Si è concluso oggi con una condanna a un anno e quattro mesi a carico di Gaetano S. gestore di un lido balneare sul lungomare che negli anni scorsi subi una veloce parabola discendente dopo appena un anno di attività. L’uomo era accusato di appropriazione indebita e stamattina è comparso al cospetto del giudice monocratico, Miriam D’Amore. Parte civile e presente in aula Gaetano M. socio e intestatario dell’attività. Dal legame lavorativo tra i due era nato il lido L.B., ridente struttura che per circa un anno aveva conosciuto un discreto successo di presenze. Siamo nel 2012, Gaetano M. viene coinvolto nella gestione e convinto da Gaetano S. ad assumere la titolarità della ditta che però lui avrebbe continuato a gestire, mantenendo i rapporti con fornitori e creditori, prelevando – secondo l’impianto accusatorio – somme dalla cassa, della quale aveva la disponibilità esclusiva. Alla fine della stagione il lido chiuse è M. si rese conto di essere stato raggirato. Da qui la denuncia per appropriazione indebita e il procedimento penale andato oggi a sentenza. Il «socio» si sarebbe appropriato di cifre pari a 20 mila euro. Oggi sono stati sentiti vari testimoni e al termine il Tribunale ha emesso sentenza di condanna pari a un anno e quattro mesi oltre al risarcimento dei danni a favore della parte civile. Gaetano S. è stato condannato a pagare a titolo di provvisionale 10 mila euro. Dall’altra parte dell’aula Gaetano M. è scoppiato in un pianto accorato e liberatorio ritenendo che giustizia sia stata fatta «rispetto a una vicenda – dice l’avvocato Joseph Donegani, che patrocinava la parte civile – gli ha stravolto la vita, sia sotto il profilo economico che personale e familiare».