Riesi: volevano calcolarle interessi ridotti, lei ricorre all’arbitrato. Poste Italiane dovrà pagare 112 mila euro
di Delfina Butera

L’Arbitrato Bancario Finanziario, si è espresso a favore di una risparmiatrice riconoscendole il diritto a una liquidazione maggiore di buoni fruttiferi rispetto a quanto calcolato da Poste Italiane. La donna nel 1988 aveva acquistato all’ufficio postale di Riesi, due buoni fruttiferi trentennali del valore complessivo di 10 milioni di lire. Nel 2019 si è recata alle Poste per riscuoterli e l’ufficio le ha comunicato che i buoni valevano complessivamente 56 mila euro poiché erano stati applicati i tassi di interesse in base al Decreto Ministeriale del 13 giugno 1986 e non quelli originariamente previsti. La signora aveva deciso così di rivolgersi all’avvocato Giovanni Sanfilippo per chiedere delucidazioni in merito. Il legale ritenendo parzialmente illegittimi i tassi applicati, piuttosto che ricorrere in Tribunale, ha proposto un arbitrato (metodo alternativo di risoluzione delle controversie) contro Poste Italiane. L’avvocato è ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (Abf) chiedendo di riconoscere l’illegittimità parziale dei tassi applicati in base al DM del 1986 e che pertanto i buoni fruttiferi in questione valessero complessivamente circa 112 mila euro e non 56 mila euro. L’Arbitro Bancario Finanziario – Collegio di Palermo, nella seduta dell’11 ottobre 2019 ha accolto le motivazioni presentate dall’avvocato stabilendo che per i primi 20 anni si doveva fare riferimento ai tassi previsti dal decreto ministeriale dell’ 86 mentre per gli ultimi 10 anni si dovevano applicare i tassi previsti dalla normativa precedente al citato decreto ministeriale. L’Abf pertanto ha stabilito che i buoni fruttiferi valessero complessivamente circa 112 mila euro e non 56 mila euro come calcolato da Poste Italiane. La questione appare di particolare rilevanza e potrebbe costituire un precedente in merito ad altri casi di buoni fruttiferi e relativi interessi applicati sinora.
