Mazzarino rinnova l’affetto a padre Deodato. Domani una messa solenne nel decennale della scomparsa
di Redazione

Primo ottobre 1933 – 17 dicembre 2010. Tanto è vissuto Padre Deodato Cannarozzo. Domani in Chiesa Madre a Mazzarino, il vescovo, monsignor Rosario Gisana, celebrerà una messa per ricordare la figura dell’amato frate a dieci anni dalla scomparsa. La celebrazione avrà inizio alle 18. Padre Deodato, agli atti d’anagrafe, Ignazio Cannarozzo, nacque il 1° ottobre 1933 da papà Cannarozzo e Maria Angela Scebba. Primo di due figli, all’età di 2 anni rimase orfano di padre e la mamma, vedova a 24 anni, sperò che il figlio potesse aiutarla nel sostentamento futuro della famiglia, ma ben presto Ignazio entrò nel Seminario dell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini e finiti gli studi il 4 ottobre 1954 emise i voti perpetui; il 29 giugno 1958 avvenne la sua ordinazione suddiaconale e il 5 luglio 1959 fu ordinato sacerdote da monsignor Antonino Catarella, vescovo di Piazza Armerina, nella chiesa Madre di Mazzarino. Celebrò la sua prima messa nel Convento dei Padri Pii Cappuccini di Mazzarino. Fu Maestro dei Novizi a Calascibetta dal 1966 al 1971. Per questa nomina dovette ricevere la dispensa super defectu aetatis dalla Congregazione dei Religiosi. Svolse negli anni successivi varie mansioni: fu guardiano, parroco, membro della Commissione di beni artistici e culturali, definitore provinciale, vice postulatore del Servo di Dio, Padre Ludovico Napoli e redisse perciò il bollettino “La via, la verità e la vita” e nel 2006 pubblicò il libro: “Per ogni tempo il suo santo. Vita del Servo di Dio Padre Ludovico Napoli”, e successivamente, “Cento messaggi al tuo telefonino”, “Questi è il mio figlio, l’eletto: ascoltatelo”. Fu autore anche di varie raccolte di poesie, quali: “Pellegrinando con i miei pensieri”, “L’armali ‘nsignanu a campari”, “Orme di infinito”.
Non si dedicò solo a scrivere, ma fu pittore, cantautore – incise 3 LP di sue canzoni: “Inzupparmi di Dio” e “Cantiamo la Parola 1 e 2” – maestro nell’arte della pirografia – tanti i suoi quadri nei vari conventi, regalati alle varie famiglie, e Vie Crucis nella parrocchia di Santa Maria di Gesù e nella chiesa di San Giuseppe. Il suo impegno sociale e l’amore per Mazzarino lo spinsero a suggerire ai politici, più volte, varie iniziative volte al bene comune, ma la sua grandezza si evidenziò nella sua umiltà, la sua mitezza, la sua soavità, il suo saper ascoltare e predicare: per ognuno aveva una parola di conforto e di vicinanza e riusciva a far innamorare di Cristo con la sua semplicità, autenticità, pazienza e coerenza francescana. Sempre pronto ad aiutare i più bisognosi e molto spesso, proprio perché donava senza riserve, rimaneva egli stesso senza il necessario. Riusciva a parlare in modo semplice e affascinava tutti lasciando un senso di pace, serenità amore e “inzuppava di Dio” le tante anime che entravano in relazione con lui, anche tramite la radio, presso cui curava la trasmissione “Un attimo di Vangelo”.
Dopo un lungo periodo a Calascibetta venne nominato parroco a San Francesco D’Assisi in Mazzarino. Pochi mesi dopo, il 17 dicembre 2010 una brutta bronchite giocò un ruolo fatale per il suo povero cuore infartuato. Morì alle 15.45 in una stanzetta fredda: il giorno prima aveva donato la bombola della sua stufa a una famiglia povera.
I funerali furono celebrati il 20 dicembre 2010 da monsignor Michele Pennisi, nella chiesa Madre di Mazzarino e venne tumulato nella stessa tomba dei suoi genitori nel cimitero del paese.
E ancora oggi viene venerato come uomo giusto e santo dai tanti fedeli che lo hanno conosciuto in vita.
