Gela: Pronto? Squilla la truffa. Dal trading al pacco sospeso in dogana, quasi sempre è un vero «pacco»
di Redazione

Suona il telefono e la truffa è dietro l’angolo: alcune segnalazioni di utenti gelesi e lettori di Today24 sono giunte in redazione in merito a presunti tentativi di trading on line, ovvero, la compravendita di prodotti finanziari. Prodotti e servizi peraltro non richiesti ma frutto di un misterioso commercio di numeri telefonici e indirizzi e-mail (misterioso?) che consente a gruppi operanti nel settore, non sempre in buona fede, di ottenere i nostri recapiti. Quasi sempre il numero che chiama è straniero: dietro a una incoraggiante bandierina inglese o di qualche altro stato europeo, operano broker non sempre all’altezza della situazione o peggio, in malafede. Dimentichiamoci il manager finanziario della City, in elegante abito scuro e bombetta, non c’entra nulla. Spesso, infatti, a operare sono aziende strutturate con in modo simile a call center, con sede in isole lontane.
Sia la Polizia postale che trasmissioni tv hanno messo in luce il fenomeno nei mesi scorsi.
Del resto l’emergenza finanziaria ha spinto centinaia di migliaia (se non milioni) di connazionali a diversificazione il proprio business. Un po’ tutti abbiamo avvertito la necessità di generare delle entrate extra, come forte è l’esigenza di gestire i piccoli risparmi e la maggiore disponibilità dovuta all’impossibilità di spendere a causa di chiusure e lockdown. Il successo delle piattaforme di trading parla chiaro, i numeri sono quadruplicati. Stante a quanto riportato da autorevoli portali finanziari i broker iscritti all’albo Consob, quindi autorizzati a operare, sono saliti a 868 contro i 242 del 2019 e i 138 del 2018. Raddoppiato pure il volume di affari della maggior parte dei broker. Impennata, sui motori di ricerca internet, di parole chiave come «trading on-line».
Come funziona? Un lettore ci segnala di aver ricevuto diverse chiamate da numeri inglesi. Prima che si possa dire «pronto» ti regalano 100 euro di benvenuto da investire con loro. Insomma l’amo al quale abboccare. Sì entra con poco ma uscire diventa complicato. Gli esperti consigliano di stare molto attenti e operare solo con professionisti seri e valutando bene i rischi.
I dati, infatti, dicono che il 90 per cento dei traders, ovvero, dei risparmiatori, ci perde.
Se il telefono non squilla, in questi giorni può accadere sovente che, vibri per uno strano sms o una mail inattesa, come è accaduto a Tony, un nostro affezionatissimo lettore.
E la truffa del pacco bloccato in dogana.
In periodo di restrizioni dovute al Covid chi non si è rivolto a piattaforme di e-commerce o noti delivery scagli la prima pietra. E altrettanto facilmente capita di dubitare di un pacco del quale magari ci eravamo dimenticati o di un regalo del fidanzato/a che – a sua insaputa – potrebbe essersi incagliato in dogana. La tentazione di «abboccare» è forte.
Il funzionamento è abbastanza semplice, sebbene il meccanismo per mettere in piedi la truffa sia abbastanza elaborato dal punto di vista di mezzi tecnici necessari.
Alla potenziale vittima – come accaduto al nostro lettore – arriva un sms, che recita testualmente «Salve, il tuo pacco è stato trattenuto presso il nostro centro di spedizione. Si prega di seguire le istruzione qui». Basta cliccare il link per trovarsi davanti una credibilissima schermata riconducibile a un potenziale (ma inesistente) corriere. I loghi e le grafiche sono infatti una copia fedele di quelle ufficiali di prestigiosi (e inconsapevoli) spedizionieri nazionali ed europei.
Altro elemento che fa vacillare e la richiesta, quasi irrisoria, solitamente dai 2 ai 5 euro, dovuti a fantomatici dazi doganali: vengono chieste generalità, numero di telefono e (pericolosissimo) i numeri della carta di credito, con la promessa che il pacco sarà sbloccato e potremo tracciarne l’arrivo fino a casa nostra.
Cifre irrisorie, certo. Ma il pacco non esiste. E, peggio, c’è il rischio se non la quasi certezza che la nostra carta di credito possa essere clonata o svuotata.
«In questi casi – risponde a Today24 la gentile operatrice di una notissima piattaforma e-commerce – consigliamo vivamente di non inviare nessuna informazione al numero telefonico o all’indirizzo e-mail o al sito che ce le ha richieste. Mai fornire il numero della carta di credito o informazioni personali. Noi, ma anche altri, 99 volte su cento inseriamo le eventuali spese doganali nel costo iniziale. Mai al cliente verrà richiesto un pagamento ulteriore. Consigliamo a chi avesse condiviso i dati della carta di credito di contattare subito la propria banca e procedere al blocco della carta».
