Gela, il generale Tersigni va in pensione. Negli anni Novanta diede la caccia a Madonia e altri latitanti
di Redazione

Meritato riposo per il generale di brigata dei Carabinieri, Alberto Tersigni, protagonista nei primi anni Novanta di numerose indagini sui clan di Gela, all’epoca, comandante del reparto operativo con il grado di maggiore. L’ufficiale va in pensione dopo 37 anni di servizio. Una carriera cominciata al nucleo operativo e radiomobile di Alessandria, poi a Potenza e successivamente a Caltanissetta, nel 1992, anno delle stragi in cui persero la vita i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. A Caltanissetta ha comandato il reparto operativo del comando provinciale, indagando con particolare attenzione delle cosche gelesi e del vallone. Erano gli anni in cui una sanguinosa guerra di mafia faceva segnare il suo crepuscolo con gli ultimi delitti e la successiva pax tra Cosa nostra e Stidda e Tersigni si distinguerà per le indagini avviate dall’Arma per la cattura di pericolosi criminali, all’epoca latitanti, tra i quali Giuseppe Madonia (arrestato a Costozza, frazione di Longare, in provincia di Vicenza, l’8 settembre 1992) e Orazio Paolello (arrestato a Piazza Armerina il 9 dicembre 1993). Nel 2000 è stato trasferito al centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Palermo come capo settore delle investigazioni giudiziarie. Nel 2016 l’incarico di comandante del reparto operativo di Genova. Il generale ha ottenuto numerosi riconoscimenti per operazioni di servizio relative al contrasto alle associazioni mafiose con la cattura di latitanti di spicco. Durante la sua carriera ha ricevuto anche le onorificenze di cavaliere al merito della Repubblica italiana e la medaglia mauriziana.
