Gela, pazienti positivi inviati al drive in per eseguire il tampone. Giusto? Risponde il medico
di Redazione

Tampone? Vada al drive in presso di contrada Brucazzi. È quanto si sentono rispondere i pazienti positivi in questi giorni contattando l’Asp. Giusto o sbagliato che sia un paio di loro hanno deciso di sottoporre il caso a Today24. «Pur facendo – racconta un cittadino – il solo tragitto casa, drive in, casa, non rischiamo di seminare il virus per le scale, durante il tragitto. Comunque non è un rischio per la collettività?»
In realtà – abbiamo accertato – i «tamponatori» dell’Asp si recano a domicilio sempre in occasione del primo tampone, quello che accerta la malattia. Poi il tampone di riscontro al 10° / 14° giorno, con gli attuali carichi di lavoro (oltre 600 positivi) viene dirottato al drive in. Forse la procedura non è perfettamente in linea con i protocolli, ma viene attuata da molte Asp, anche nel centro – nord Italia.
Rischi?
Abbiamo chiesto al dottor Giuseppe Mancino, tanti anni in corsia da dirigente medico, oggi medico di famiglia e volontario sia presso il centro tamponi che al vaccination centre presso il Palacossiga.
«È giusto – dice- usare il massimo della prudenza possibile, ricevere la visita a casa per il tampone sarebbe forse la condizione ottimale. Ma anche recarsi presso il drive in osservando scrupolosamente le regole, mascherina, igienizzazione, riduce il rischio di contagio al minimo. Quasi a zero».
