Gli auguri alla città da Csag e Moto Civico. «Gela merita anni prosperi, non il default»
di Redazione

Il Comitato per lo sviluppo dell’area gelese (Csag) e Moto Civico si sono dati appuntamento nella sede del Csag venerdì sera, scambiandosi gli auguri davanti a panettoni artigianali e spumanti di produzione locale.
Auguri di un buon Natale e di un felice anno nuovo che tutti gli associati, anche quelli impediti a essere fisicamente presenti per impegni o perché fuori sede, estendono all’intera cittadinanza gelese.
«Il nostro primo pensiero – scrivono in una nota, Filippo Franzone e Filippo Guzzardi, a capo, rispettivamente, di Csag e Moto Civico – è rivolto ai concittadini più deboli e fragili, che si avvicinano al Natale vivendo una condizione di sofferenza, per malattie o disagio socio-economico. Uomini e donne che si aggrappano alla speranza per un futuro migliore. Speranza che vogliamo condividere con tutta la città. Gela merita anni più fortunati e più ricchi rispetto ai quelli recentemente passati, del tutto infruttuosi e che anzi hanno prodotto un clamoroso disavanzo nei conti, tanto da costringere l’ente comunale a dichiarare il dissesto. Se non sfiduciando il sindaco non si è voluto consegnare la città a un commissario che sarebbe sicuramente approdato al dissesto, ora che il default è stato comunque dichiarato, la politica faccia responsabilmente la sua parte, approvando non solo le variazioni di bilancio, ma anche tutti quegli atti impopolari ma obbligatori in seguito al dissesto, che aumenteranno al massimo le aliquote e le tariffe, come l’Imu al 7 per mille. Quando i cittadini percepiranno nelle loro tasche tali aumenti, non faranno differenza se a approvarli sono stati i politici da loro eletti o il commissario ad acta nominato in loro sostituzione».
«In vista – concludono – del rinnovo delle cariche alle prossime elezioni comunali primaverili, il miglior augurio per Gela, dunque, rimane quello di una politica che sia leale e responsabile verso la città, senza sottrarsi al proprio dovere. Sarebbe già un punto di svolta e di radicale cambiamento, tanta è stata la latitanza e il nascondersi dietro un dito negli ultimi anni».
