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SCUOLA | Storie

Gela, bimbo cambia sei insegnanti di sostegno in 4 mesi. La madre: «Urlo il mio dolore»


di Giusy Costanza

Gela, bimbo cambia sei insegnanti di sostegno in 4 mesi. La madre: «Urlo il mio dolore»
attualità
27 Gen 2025

«Mio figlio ha 7 anni e frequentante la classe primaria di una scuola di Gela. Per via di un’apposita diagnosi e certificazione necessità di insegnante di sostegno. Questo serve affinché la docente, entrando in relazione con l’alunno, mediante rapporto uno ad uno, lavorando sul contenimento e la regolazione, possa lavorare sia sugli obiettivi inerenti alla programmazione scolastica sia – mediante il contesto classe – all’inclusione e integrazione di estrema importanza». È la storia accorata di una giovane madre e del suo piccolo (A. l’iniziale del piccolo), che da mesi vive un forte disagio per i continui cambiamenti di insegnante, sei in poco più di quattro mesi.
«Per mamme come me – racconta – che seguono i loro piccoli in contesti terapeutici privati e pubblici, affinché possano affrontare e superare nel miglior dei modi le difficoltà, si può intuire come si miri a un progetto molto ambizioso anche e soprattutto a scuola, facendo della diversità un’opportunità per spingere al massimo trovare e scoprire un punto di forza, migliorando e mirando ad una vita dignitosa che merita qualsiasi piccolo che non ha alcuna colpa per quanto si ritrovi a sperimentare e vivere. Qui però nasce un altro problema, ovvero, il sistema scolastico sperimentato nel peggior dei modi dal mio piccolo, che a oggi attende di conoscere la sua sesta e dico sesta insegnante di sostegno. La prima aveva accettato ma è andata in congedo, la seconda aveva accettato ma è stata chiamata per un anno di cattedra, l’altra ancora stessa cosa e così via fino all’ultima, che accetta senza esperienza nel sostegno. E penso: “Non sarà mica l’esperienza il problema, se fai il tuo lavoro con amore e passione sei già a metà dell’opera” ma, niente da fare. L’insegnante in questione per tre giorni rimane in servizio, giovedì era in malattia, venerdì è andata via per incarico in altra scuola. Pertanto, nel 2025, quando si parla tanto di diritti, vi è una conoscenza e formazione maggiore o almeno dovrebbe, chiedo è realmente giusto buttare l’operato dei genitori a terra per un sistema che non attenziona nulla e fa acqua da tutte le parti? Non è forse la scuola che dovrebbe far da collante con appositi docenti di sostegno? Non è forse la scuola che dovrebbe evitare di far crescere il disagio in un bambino che si vede continuamente cambiare la figura di riferimento? Prima di insegnare questi concetti sono stati realmente acquisti?»

«Credo – afferma la madre di A. – sia realmente inammissibile che, ripeto, nel 2025, in un contesto notevolmente più cosciente e informato in realtà si sia rimasti fermi e immobili. Bene, allora do io voce al mio bambino e do io voce a questi sgradevoli scenari. Non è forse il caso che qualsiasi bambino che necessita di apposite cure ed attenzioni, venga data giusta ed adeguata priorità organizzando adeguatamente? La scuola è un’opportunità di crescita per tutti, attraverso un percorso non sempre semplice ma se documentato, di sicuro per tutti i bambini, nessuno escluso. Mi permetto, quindi, di “urlare” il mio disappunto, la mia frustrazione, la mia delusione e il mio dolore per un percorso che stiamo portando avanti con una fatica indescrivibile tralasciando anche le più semplici regole di umanità, civiltà, rispetto per gli altri. Perché nessuno pensa al benessere dei bambini? Io non riesco davvero a capire».

«Gradirei – dice – con tutto il cuore una soluzione al problema presentato, perché un turnover del genere ci manderà realmente al macello…non posso pensare che l’istituzione scolastica, nata per supportare e sostenere lo sviluppo armonioso della comunità, invece di dare attuazione e attenzione a principi e norme possa rimanere “fredda e indifferente” davanti ad un bambino che non dovrebbe pagare l’ennesima colpa che non ha e non abbiamo tempo per aspettare. Nella speranza – conclude – che qualcosa cambi. Per la parola che oggi mio figlio non ha e spero domani possa sempre avere».


Giusy Costanza
Direttrice del periodico «Mad in Sicily» vanta collaborazioni con il Giornale di Sicilia e vari media. Affermata presentatrice di eventi politici, gala e manifestazioni, è anche autrice del romanzo «Non c'è mai fine in amore» (2013 - Ed Betania)