Clima politico sempre più rovente attorno alla crisi amministrativa in atto a Mazzarino, segnata dall’azzeramento della giunta e dall’appello lanciato dal sindaco, Domenico Faraci, per un patto per la città. Il primo cittadino, secondo voci di corridoio, sarebbe vicino a varare un nuovo esecutivo. E in attesa di conoscere nomi e deleghe già iniziano l’opposizione mette le mani avanti, sottolineando il «danno già compiuto».

«Nonostante i rumors – afferma Damiano Arena, leader di Mazzarino Lab – facciano sapere che il sindaco sia prossimo a rendere nota la composizione della sua nuova giunta, peraltro totalmente disancorata dal consiglio comunale eletto dai cittadini, ormai il danno è fatto e le conseguenze negative causate da questo ritardo e dalla precarietà che fin dal primo giorno ha caratterizzato l’amministrazione presieduta da Mimmo Faraci ,non possono più essere eliminate».

Secondo il consigliere del gruppo Lab, resterebbe «esercitabile il potere di rimozione del sindaco previsto dal testo unico sugli enti locali». Tra le principali rimostranze mosse dall’opposizione, infatti, ci sarebbe una vacatio di 13 giorni senza una giunta.

«Il sindaco – afferma Arena – non solo non ha provveduto a nominare i nuovi assessori contemporaneamente all’emanazione del provvedimento di revoca dei precedenti membri di giunta ma addirittura da ben 13 giorni ormai tiene sotto scacco un’intera città che è totalmente privata di un suo organo fondamentale».

Lab, da quanto filtra, avrebbe informato il prefetto di questa situazione ritenuta in contrasto con la legge 142, ipotizzando la possibilità di una procedura di destituzione.

«La norma – secondo Arena – prevede che il sindaco possa essere rimosso dal suo incarico con decreto del ministro dell’Interno nei casi di atti contrari alla Costituzione o gravi e persistenti violazioni di legge». Circostanza che – secondo Mazzarino Lab – verrebbe a generarsi proprio a causa dell’immobilismo attribuito al primo cittadino.

Così, in attesa dell’ufficializzazione del nuovo esecutivo, netto e tranciante rimane il giudizio politico nei confronti del sindaco.

«Le conseguenze – scrive Arena – di questo immobilismo sono devastanti per l’ente, peraltro già in dissesto finanziario, che si trova ora affetto da una imperdonabile paralisi amministrativa il cui unico responsabile è il primo cittadino» e che ancora una volta «saranno i cittadini a pagarne le conseguenze».