Gela: Giornate di primavera Fai, l’architettura razionalista di Salvatore Cardella
di Redazione

Domani e domenica si celebrano le Giornate Fai di Primavera. In città è previsto un focus sull’architettura razionalista di Salvatore Cardella. Uno stile che caratterizza alcune importanti opere contemporanee, a torto, poco note. Inserite all’interno del suo tessuto storico, rappresentano punti notevoli all’interno dell’impianto urbano, che proprio grazie a queste costruzioni subì negli anni un processo di sostanziale rinnovamento. L’itinerario si svilupperà in centro città partendo dal Palazzo del Comune in Piazza San Francesco e toccherà anche la Villa Garibaldi, per ammirarne l’ingresso, e la Chiesa di San Giacomo Maggiore. Oggi i ragazzi delle scuole hanno potuto vivere un’anteprima dell’evento culturale, visitando sia il municipio che gli altri monumenti.
Le Giornate Fai di Primavera, giunte alla XXXIII edizione, rappresentano il principale evento di piazza dedicato al patrimonio culturale e paesaggistico del nostro Paese. Un’edizione speciale, in occasione dei cinquant’anni dalla nascita della fondazione, nata per promuovere i tanti luoghi speciali ed educare la collettività alla conoscenza, alla frequentazione e alla tutela del patrimonio di storia, arte e natura italiano. Le Giornate Fai di Primavera diventano così non solo un’esperienza visiva, ma un modo per comprendere la crescita verticale della città.
«Il verticalismo, in questo senso – dice Giulia Carciotto, capo delegazione Fai di Caltanissetta – è più di un’esperienza fisica: è una prospettiva diversa sullo spazio e sul tempo. Attraverso punti di osservazione strategici, vogliamo svelare un tessuto urbano che si sviluppa in altezza, raccontando la storia della città e il suo futuro».
La scelta di riscoprire l’architettura di Salvatore Cardella non è casuale. È un viaggio immersivo in opere che hanno segnato una svolta nell’aspetto del centro storico.
«Dal dopoguerra – spiega Maurizio Oddo, professore ordinario in Progettazione Architettonica dell’Università Kore di Enna – all’inizio degli anni Cinquanta, la città si caratterizza per un processo di rinnovamento sociale ed economico, grazie a Salvatore Aldisio, nativo di Gela e ministro in diversi dicasteri. A lui, durante la ricostruzione, oltre al completamento della Diga Disueri, si devono le opere pubbliche più importanti: il lungomare, il porto rifugio, l’ospedale civile, il Villaggio Aldisio, il museo archeologico e quelle più rappresentative, quali il complesso del Municipio, la Chiesa di San Giacomo, con la piazza antistante e gli edifici residenziali, il nuovo ingresso alla villa pubblica, affidate all’architetto Salvatore Cardella, figura di spicco in Italia cui si affidò per i progetti più delicati, vista la fama di cui godeva anche al di là dei confini regionali».


«Tra gli esempi più significativi – spiega – di architettura razionalista, figura il complesso del Municipio privilegia il contrasto tra il nuovo linguaggio del XX secolo e la tradizione locale. Esso, provenendo dal mare, come una superba acropoli, modifica il paesaggio urbano di Gela senza, tuttavia, apparirvi estraneo. Compositivamente, l’edificio privilegia la linea orizzontale in accordo con la sagoma delle colline poste sullo sfondo della città. La Chiesa di San Giacomo, costruita sull’omonima piazza, la Chiesa di San Giacomo si inserisce nel reticolo degli isolati che compongono il tessuto urbano originario. Le partiture esterne, le finestre e la tripartizione modulare dichiarano l’ordine dello spazio interno. Quest’ultimo caratterizzato dall’inserimento della Via Crucis, in tavole di bronzo, e la statua lignea di San Giacomo. Nel quadro degli interventi, a firma del celebre architetto, il progetto per il giardino comunale assume un particolare significato in relazione alla sua puntuale “leggerezza”: la geometria rappresenta il mezzo attraverso il quale egli raggiunge la forma astratta, scegliendo il linguaggio moderno da assegnare all’opera».


«Tra gli anni 20 e 30 del Novecento, Gela è protagonista del rinnovamento urbanistico e architettonico che investe tutta la Sicilia e in cui architetti, ingegneri, maestranze modificano il tessuto urbano attraverso la realizzazione di importanti edifici a carattere pubblico. In tale contesto, Salvatore Cardella, allievo di Ernesto Basile e docente presso la facoltà di Architettura e Ingegneria dell’Università di Palermo, contribuisce in modo incisivo a plasmare il nuovo volto alla città capoluogo e del suo territorio divenendo promotore di un nuovo linguaggio architettonico di ispirazione razionalista. A 50 anni dalla scomparsa dell’Architetto Cardella si propone un itinerario cittadino che ne ricostruisce l’intensa attività professionale attraverso le sue opere tra modernità e innovazione».
Le visite sono a cura degli studenti del dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Enna “Kore” guidati dal professor Oddo e degli alunni degli istituti superiori «Majorana» e «Sturzo» di Gela.
Domenica, al termine delle giornate Fai, i volontari offriranno un aperitivo in musica al «Civico 111».
