Gela, il dissalatore non è la soluzione alle crisi idrche. La storia recente ce lo insegna
di Redazione

Riceviamo e pubblichiamo questa riflessione inviataci dal movimento politico Gran Sicilia.
La crisi idrica in Sicilia affrontata nel peggiore dei modi. Perché la politica non punirà mai se stessa. Dopo quasi 20 anni di gestione privata del servizio in provincia non si è visto alcun progresso. Approvvigionamento, rete, qualità delle acque, bollette, depurazione continuano ad avere criticità che espongono gli utenti a continui disservizi. Gli organismi di controllo, regione e Ati colpevoli di mancata vigilanza, programmazione ed interventi, procedono producendo continui spot elettorali giocando molto su ipotetici vantaggi occupazionali e soluzioni che, comunque, sarebbero soggette alle medesime incapacità organizzative e di controllo. La scarsa trasparenza e le mancate risposte a comitati cittadini o singoli utenti che chiedono documenti e risposte costituiscono reati amministrativi, a volte anche penali, che rimangono impuniti.
I dissalatori sono improbabili soluzioni a problemi che non dovrebbero esistere in Sicilia. Problemi nati da scelte scellerate in partenza, concessioni senza controlli, politiche cliebtelari, mancati utilizzi di finanziamenti pubblici, occultamento di responsabilità, violazioni contrattuali impunite e protezione ad oltranza del reo e dei reati. E di assenza di visione e idee politiche, di arroganza e prepotenza tornacontistica.
Con questi presupposti anche la realizzazione non di 3, ma di 30 dissalatori, non porterebbe beneficio. Anche perché le prove le abbiamo. I dissalatori a Gela c’erano. Sei moduli ce n’erano.
L’acqua non era a norma, le turnazioni c’erano sempre, le violazioni su tutta la filiera dell’acqua e sulle depurazione pure.
Oggi, dopo l’apertura dell’inchiesta su presunti pesantissimi illeciti di Aqualia e della controllata Caltaqua, la politica regionale ha speso non più di mezz’ora di attenzione, con dichiarazioni di circostanza e manifestazioni di impegno che il giorno dopo sono già stati dimenticati.
Dimenticati da loro e dai cittadini che vengono distratti continuamente da flussi di notizie continue e di poco conto e scarsa incidenza sulle loro vite.
Mentre la mancanza d’acqua, la scarsa qualità, se non tossicità, è la mancanza di depuratori, incide tantissimo su vite, salute e tasche.
Siamo sbalorditi (ancora riusciamo a sbalordirci, forse perché non ci rassegniamo), di fronte alla nullità delle azioni. Anche da parte di chi a livello regionale e locale, si erge a paladino del popolo, avanguardia antipartitica e difensore dei diritti. Anche di chi all’indomani delle ultime evoluzioni giudiziarie ha parlato per 3 minuti di acqua pubblica.
Chiedere dimissioni è inutile. Crediamo sempre che una consapevolezza ed una azuone6dal basso, liberava legami coi partiti che non sono altro che comitati d’affari, sia l’unica strategia forte. Con l’auspicio di una magistratura migliore.
