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CARABINIERI | Operazione

Gela, arrestato incendiario seriale. Dieci autovetture bruciate in tre mesi


di Desideria Sarcuno

Gela, arrestato incendiario seriale. Dieci autovetture bruciate in tre mesi
attualità
26 Mag 2025

Squarciato il velo su una serie di incendi notturni compiuti in città nei mesi scorsi. Tra dicembre 2024 e marzo 2025 furono dieci le auto distrutte in diversi roghi, tra la via Cairoli, a pochi passi dalla piazza Umberto e via Generale Cascino. Fatti che destarono allarme tra i cittadini e richiamarono massima attenzione delle istituzioni e delle forze di polizia. I carabinieri, nel corso della notte, hanno eseguito una misura cautelare nei confronti del presunto autore di quei fatti che da oggi hanno un nome: Salvatore Gensabella, 38 anni, già noto alle forze dell’ordine per via dei suoi precedenti, anche specifici, persona peraltro con disturbi psichici.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari, è il risultato di una complessa attività investigativa condotta per mesi dai Carabinieri, sotto la direzione della Procura, fascicolo nel quale sono confluiti gli esiti dei sopralluoghi, l’analisi delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza e i riscontri sul territorio, che hanno permesso di delineare un quadro indiziario solido nei confronti del sospettato. Dopo le formalità di rito, Gensabella è stato condotto in una residenza assistita, dove resterà ai domiciliari con braccialetto elettronico.
«Determinante nelle indagini – dice il procuratore capo, Salvatore Vella – è stato l’utilizzo dei filmati delle telecamere, che hanno consentito di individuare il fil rouge che univa gli incendi del 2022 ai più recenti».

Nonostante sia escluso il movente della criminalità organizzata, l’attenzione è massima.

«Ci teniamo – afferma il magistrato – a tranquillizzare la cittadinanza, ma allo stesso tempo non bisogna trascurare l’importanza di questi soggetti, pericolosi per sé stessi e per gli altri. In casi simili il carcere non può essere lo strumento adeguato».

«L’indagato prima di agire – dice il tenente colonnello Marco Montemagno, comandante del reparto territoriale dei Carabinieri – avrebbe anche inviato lettere con minacce alle vittime, una manoscritta e l’altra battuta al computer. Scelta, quest’ultima, poiché si era fatto più prudente».
A ulteriore riscontro un perito ha confermato la sovrapponibilità della calligrafia dell’autore della prima lettere di minacce, quella del 2022, con la missiva più recente.

Agiva incurante di creare danni ai passanti, immobili o strutture vicine, seguendo sempre lo spesso copione: indossava una mascherina chirurgica e un berretto, portandosi dietro un sacchetto, la borsa degli attrezzi, con dentro capi di abbigliamento (per cambiarsi e depistare le indagini) e liquido infiammabile.
«In un’occasione – aggiunge Emanuele Giunta, dirigente del commissariato di polizia – ha invitato la vittima a non acquistare un’altra auto perché l’avrebbe bruciata allo stesso modo».
I vuoti normativi relativi ai pregiudicati affetti da patologie mentali – è stato sottolineato durante la conferenza stampa – si traducono in una carenza di leggi e regolamenti specifici, il che genera un clima di incertezza e difficoltà nella gestione della situazione, sia per le autorità giudiziarie che per i servizi di salute mentale.

Al riguardo esiste un vero e proprio buco normativo dell’ordinamento, mancano strutture adeguate di contenimento e di cura per chi riversa in simili condizioni. La Legge Basaglia ha chiuso i manicomi, ma non ha definito in modo chiaro come gestire i pazienti con disturbi mentali che hanno commesso reati.
Sempre più urgente, dunque, la necessità di misure ad hoc relative al trattamento di tali soggetti, in modo da poter incidere sul conseguente aspetto della pericolosità. Prima che sia inesorabilmente troppo tardi.


(Sopra la sequenza video degli incendi; nel corpo dell’articolo le foto della conferenza stampa. Da sinistra il comandante del reparto territoriale dei carabinieri di Gela, tenente colonnello Marco Montemagno; il procuratore Salvatore Vella; i sostituto procuratori Lucia Caroselli e Dina Aletta che hanno coordinato le indagini e Il dirigente del commissariato, vicequestore Emanuele Giunta).


Desideria Sarcuno
Da sempre appassionata di scrittura, durante gli anni al liceo Classico si avvicina al mondo della comunicazione. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Ama la musica, le buone letture e il mare.