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Assolto gruppo imprenditoriale Luca e il primo dirigente della Polizia Giudice


di Redazione

attualità
12 Giu 2025

Il tribunale di Gela ha assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa gli imprenditori del settore auto Salvatore Luca, Rocco Luca e Francesco Luca. Assolto anche il primo dirigente di Pubblica sicurezza, Giovanni Giudice accusato di favoreggiamento e che aveva rinunciato alla prescrizione. Prescritto il reato per un altro poliziotto, Giovanni Arrogante, per cui è stata esclusa l’aggravante. Imputati erano anche familiari dei Luca, accusati di riciclaggio, anche loro assolti. Il processo scaturì dall’operazione «Camaleonte», condotta nel luglio 2019, in cui si ipotizzavano rapporti tra gli imprenditori e il clan mafioso Rinzivillo. Nel corso dell’inchiesta era stato sequestrato un patrimonio pari a 63 milioni di euro che è stato parzialmente restituito. I Luca sono imprenditori che operano nel settore dell’automotive, titolari dell’omonimo autosalone «Lucauto», e nel ramo edilizio, con immobili e villaggi.

«Anni di processo, in galera, tutti patrimoni sotto sequestro – il commento sui social di Carlo Taormina, avvocato, già sottosegretario di Stato agli Interni – una attività imprenditoriale braccata da Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza, magistrati di tutte le parti, inquirenti e giudicanti, tutti intenti a una persecuzione che ha pochi precedenti nella storia giudiziaria d’Italia, sotto processo padri, madri, figli, nipoti, cognati, nuore, suoceri come si trattasse di un cartello criminale, una accusa di mafia che ha riguardato quaranta anni di questa famiglia come se, cioè, si trattasse di un clan che avrebbe spadroneggiato nel mondo imprenditoriale costringendo la gente a sottomettersi ai loro voleri con la forza propria o avvalendosi di altre organizzazioni criminali. Questo il processo che si conclude oggi in primo grado a Gela, al termine del quale la procura distrettuale di Caltanissetta ha ritenuto di insistere con la richiesta di condanne per oltre quaranta anni di reclusione e di confisca di tutti i beni sequestrati. Il tribunale di Gela ha letteralmente asfaltato l’intero impianto accusatorio e ha assolto tutti gli imputati perché nessun fatto è mai sussistito così certificando che un intero gruppo imprenditoriale una delle più importanti espressioni del mondo economico siciliano, e non solo, è stata obiettivamente vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari provocando umiliazioni, dolore, danni economici e sofferenze personali che nessuno mai risarcirà».

Il tribunale era in composizione collegiale, presidente Miriam D’Amore, a latere Serena Berenato e Fabrizio Giannola. 

Questa sera abbiamo raggiunto al telefono il primo dirigente di pubblica sicurezza Giudice, felice della notizia che non ha però voluto commentare. «Ho abbracciato – dice – la mia famiglia, domani ho un aereo, torno al mio lavoro». Insomma una gioia durata il giusto, consapevole che nessuno potrà restituirgli questi anni. Giudice, già capo della mobile di Caltanissetta, lanciato verso una brillante carriera direttiva, attualmente dirige la Divisione di Polizia Amministrativa della questura di Ancona. Confida al più presto di poter tornare a incarichi pienamente operativi.

(Nella foto grande, in alto, Salvatore Luca, patron del gruppo. Più in basso Rocco Luca. Sopra il dirigente di Polizia Giovanni Giudice).


Redazione
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