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FUNERALI | Il parroco amato

Butera: don Aldo, camera ardente dalle 16 in parrocchia. Domani alle 10 la messa, celebrata da monsignor Gisana


di Redazione

Butera: don Aldo, camera ardente dalle 16 in parrocchia. Domani alle 10  la messa, celebrata da monsignor Gisana
attualità
9 Giu 2020

Il feretro con le spoglie di don Aldo Contrafatto è stato consegnato in mattinata ai familiari. Tra poco più di un’ora a Butera, nella chiesa intitolata a Maria Ausiliatrice, sarà aperta una camera ardente, per consentire ai tanti parrocchiani di poter dire una preghiera per l’anima del loro amato pastore. «Padre Aldo», parroco e vicario, era il simbolo di una chiesa moderna e pensante, che non china la testa. A gennaio aveva compiuto 73 anni, l’8 agosto avrebbe festeggiato i 50° anni di vita consacrata. La sua simpatia e quell’affetto che offriva a chiunque venisse in relazione con lui, parrocchiani, giovani, autorità, gente di spettacolo, sono stati la chiave di una missione apostolica che difficilmente potrà essere dimenticata. Era sempre al fianco dei deboli, contro ogni sopruso, contro ogni forma di prepotenza. Non amava il potere, soprattutto chi, una volta eletto, annacquava l’impegno e le promesse. Ma era anche, se non soprattutto, un fervente sostenitore della legalità, contro le mafie e il malaffare, nel solco di don Pino Puglisi, figura che è stata un riferimento, che amava e ricordava in ogni occasione. Tra sue ultime iniziative, infatti, ricordiamo la messa serale del 20 febbraio scorso, durante la quale aveva voluto ospitare la testimonianza di don Antonio Coluccia, il prete antimafia di Lecce vittima di un attentato; o la tre giorni dello sorso maggio, dedicata a Falcone e Borsellino, in occasione del 28° anniversario della Strage di Capaci. Amato dai fedeli, scomodo ai potenti, è sempre stato un moderato ma convinto oppositore sociale. Le sue ultime battaglie a favore della SP8 o contro il deturpamento dei territori (leggi caso pale eoliche). E denunciava il sopruso. Come il caso della ragazzina abusata in strada dieci giorni fa e salvata da un suo giovane parrocchiano. Un ragazzo al quale avrebbe voluto assegnare il premio Don Bosco, ma purtroppo è spirato prima. Aveva anche il desiderio che l’aggressore potesse chiedere perdono alla ragazza. Già, il perdono. L’altra grande lezione di don Aldo. Che ha amato Butera, il suo paese, fino all’ultimo respiro. E ci lascia un vuoto che difficilmente potrà essere colmato.

Domani mattina alle 10, nella stessa parrocchia, il vescovo, monsignor Rosario Gisana, celebrerà i funerali.


Redazione
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