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Coronavirus, ma cosa c’entra il 5G?


di Emanuele Lo Blundo

Coronavirus, ma cosa c’entra il 5G?
opinioni
8 Apr 2020

Da qualche giorno infuria sui social (Instagram, Facebook, Youtube) la polemica sul 5G e sulle sue implicazioni nella pandemia del Coronavirus, ma che relazione c’è tra i due fenomeni?
Cos’è il 5G
Chiariamo cos’è il 5G: è una nuova rete di trasferimento dati, analoga alle omologhe reti 4G e 3G che conosciamo già bene, ma che permette sia velocità di trasferimento più alte, sia ritardi minimi di comunicazione tra i dispositivi che lo supportano, sia importantissimi implicazioni nei dispositivi smart e il cosiddetto Internet of things.
La nuova rete utilizzerà delle radiofrequenze già utilizzate per i vecchi canali del digitale terrestre.
E il coronavirus?
Il Cornavirus, meglio conosciuto come Covid-19, come abbiamo già trattato qui su Today24, è un virus che è originario della cittadina cinese di Wuhan, che purtroppo è riuscito a fare il salto dagli animali all’uomo, diffondendosi poi in tutto il mondo.
Che relazione c’è tra i due fenomeni?
Nessuna.
Le polemiche sono nate per attaccare nuovamente la tecnologia 5G da parte di persone male informate, in malafede o con il pallino delle nozioni antiscientifiche.
Dobbiamo pure informarvi che, tra i paesi più colpiti dalla pandemia ci sono Iran, Egitto, molti paesi africani e tanti altri in cui non sono mai state costruite antenne 5G.
Come nasce la polemica
Inizialmente alimentava la paura delle persone con parole come radiazioni, che richiamano immediatamente alla mente fenomeni ben peggiori come Chernobyl, tumori, malformazioni.
Ma come abbiamo già detto, la rete 5G si appoggerà a frequenze radio che erano già utilizzate per altri scopi. Le frequenze radio sono frequenze che le onde elettromagnetiche (altro nome delle radiazioni) dei dispositivi possono utilizzare per trasmettere dati. Sono sì delle radiazioni, ma molto diverse dalle radiazioni nucleari cancerogene.
L’insieme delle onde elettromagnetiche (o radiazioni elettromagnetiche) è molto vasto: si divide in tantissimi gruppi, tra i quali fanno parte le onde radio, che utilizziamo continuamente per trasmettere segnali radiotelevisivi o fare chiamate con gli smartphone. Generalmente queste onde sono invisibili e si possono rilevare solo tramite degli appositi dispositivi, tranne un gruppo: la luce, nello spettro visibile. Anche la luce è una radiazione elettromagnetica, originata dal sole.
La differenza tra tutti questi tipi di radiazioni elettromagnetiche, con le radiazioni che ci riportano alla mente la parola, è il fatto che queste sono tutte radiazioni non ionizzanti.
Cioè: le radiazioni prodotte da elementi radioattivi, utilizzati per esempio nelle centrali elettriche ad energia nucleare come uranio e plutonio hanno, al contrario delle altre, lunghezze d’onda così piccole e energie trasportate talmente elevate, che riescono a danneggiare gravemente anche le cellule e i filamenti di DNA all’interno del loro nucleo. Per questo vengono chiamate radiazioni ionizzanti.
Le radiazioni delle reti cellulari come appunto il 5G, o le radiazioni delle trasmissioni televisive, non hanno nulla a che vedere con questo tipo di radiazioni. Le lunghezze d’onda sono molto più più grandi, mentre le energie sono molto più basse rispetto a qualunque radiazione ionizzante. Non c’è assolutamente nessun rischio per la salute. Nessun grande studio scientifico ha mai dimostrato un possibile effetto sulla salute di queste onde, nei limiti dell’utilizzo indicati dal Ministero della Salute e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Come si è evoluta con il Coronavirus
Da quando purtroppo viviamo questa pandemia, tutti i gruppi e le persone, con gravi lacune scientifiche, ne hanno approfittato per rinforzare la polemica, alimentando le paure delle persone.
Paura che in alcuni casi è sfociata in violenza e distruzione, come successo in Inghilterra con la distruzione di più di 20 torri per il 5G.
Sembrerebbe, leggendo alcuni post e guardando alcuni video sui social, che il Coronavirus sia stato diffuso in tutto il mondo, da un certo Potere Forte (senza nome, come ogni qual volta si parla di questa fantasiose entità), grazie alla diffusione delle reti 5G, che favorirebbero in qualche modo non bene specificato il virus.
Sono panzane. Notizie prive di qualsiasi fondamento scientifico.
Lo ripetiamo: non c’è alcuna relazione tra 5G e il Coronavirus.
Nessuna analisi scientifica, peer review, meta analisi, ha fino ad oggi dimostrato la pericolosità delle reti 5G entro tutti i limiti previsti dalle leggi, né ha mai mostrato alcun tipo di relazione con la pandemia da Coronavirus di questo periodo.
Invitiamo pertanto a non lasciarsi andare con la condivisione di questi contenuti, possibilmente evitandoli in toto.
Si tratta di un’opera di sciacallaggio, su un fenomeno purtroppo molto serio come lo è la pandemia del Coronavirus.
La scienza è una disciplina molto seria, complessa, e la comunità scientifica internazionale è estremamente preparata e precisa.
Fidiamoci di chi è competente.

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Emanuele Lo Blundo
Appassionato da sempre di informatica, fisica, scienza e tecnologia, non disdegna i nuovi mezzi e produzioni della cultura pop. Sul suo comodino non può mancare un classico, un saggio o un romanzo fantasy.