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Culto mariano: devozione e presenza gentile


di Emanuele Artale

Culto mariano: devozione e presenza gentile
opinioni
20 Lug 2020

In Francesco d’Assisi e successivamente nella spiritualità francescana, la Beata Vergine Maria assume un ruolo centrale tanto da avviare un culto e una devozione di grande espansione che si riscontra in diversi campi e settori che oggi sono la base della vita e del carisma dei frati. La grande venerazione di Francesco verso la Madre di Dio ha trovato eco nella poesia religiosa del suo tempo tanto che lui stesso muterà alcuni versi poetici in espressioni di lode: famoso a tal proposito è il testo del “Saluto alla Beata Vergine Maria”, una composizione di data incerta che troviamo nelle Fonti Francescane dove nella prima parte riecheggia il mistero dell’Annunciazione esplicitato nelle parole “Ave Signora, santa regina, santa genitrice di Dio, Maria…”
Un altro ambito in cui si può riscontare la grande devozione di Francesco verso la Madonna sono le innumerevoli chiese affidate ai frati francescani e sparse nel mondo intitolate a “S. Maria degli Angeli”. Questo titolo mariano trova origine nella grande Basilica dei frati minori in S. Maria degli Angeli in Assisi dove Francesco ha dato origine alla forma di vita minoritica dei frati e vuole indicare quel luogo di particolare grazia in cui Maria è la dispensatrice verso coloro che ricorrono a Lei. Anche la chiesa dei Cappuccini di Gela vive questo rapporto indissolubile tra la vita dei frati e Maria. Questo luogo tanto caro ai gelesi è stato costruito intorno al 1262 sotto il titolo di “S. Maria degli Angeli” anche se oggi risulta intitolata a “San Francesco d’Assisi”. All’interno di questo tempio sacro vengono custodite due opere di grande valore spirituale che mostrano il grande affetto dei frati e del popolo a Maria: il quadro della Madonna degli ammalati e la statua lignea del 1813 della Madonna delle Grazie.
È Maria che in questo luogo custodisce e protegge la vita dei frati e del popolo gelese. È a Lei che si ricorre per chiedere patrocinio e protezione, è per Lei che ogni anno il 2 luglio la città tutta si ferma per inneggia e festeggiare la Madre mediatrice di ogni grazia con quella lunga processione che attraversa tutta la città e con quel fiume di bambini da presentare come atto di consacrazione.
In questo piccolo luogo sembra di sentire quelle parole di raccomandazione che Francesco d’Assisi rivolse ai suoi frati in riferimento alla Porziuncola: “se vi dovessero buttare fuori dalla porta voi rientrate dalla finestra!” (Fonti Francescane).
E i frati lungo gli anni hanno custodito e tuttora custodiscono questa chiesetta con particolare attenzione e cura e conservano con molto interesse e passione la grande devozione alla Madonna delle Grazie sicuri di offrire a ogni fedele il meglio del loro operare e agire. Nello stesso tempo si affidano a Lei per chiedere che venga custodita la propria vita in quello che hanno professano il giorno della Professione religiosa nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini.
E noi frati, di questo convento, rinnoviamo il nostro atto di affidamento a Cristo per mezzo di Maria affinché insieme ad ogni gelese possa essere “vita, dolcezza e speranza nostra”.

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Emanuele Artale
Frate minore cappuccino dal 2004, sacerdote dal 2015. Ha compiuto la formazione religiosa come postulante nel convento di Ragusa, come novizio nel convento di Nicosia, postnovizio nel convento di Modica, studente di teologia presso la Facoltà teologica di Sicilia a Palermo. Dal dicembre 2015 espleta il suo servizio religioso nella casa circondariale di Gela, dove nel gennaio 2017 è stato nominato cappellano. Il vescovo, Rosario Gisana, lo scorso I novembre 2020, lo ha nominato vicario della parrocchia San Rocco di Gela.