Vallelunga – Marianopoli: 15 chilometri, tra buche, frane e strade invase dal fango
di Redazione
Fango e strade ai limiti della praticabilità nel versante nord del Vallone, tra Marianopoli, Villalba, Vallelunga e Resuttano. Sono bastati pochi giorni di pioggia intensa a peggiorare la già precaria viabilità interna. Il primo evento il 28 agosto, poi lunedì il secondo nubifragio. Fiumi di fango, banchi di terra mista a pietre, hanno invaso l’asfalto, rendendo la viabilità quasi al limite della praticabilità.
E se le due strade provinciali, la Sp 112 e la Sp 121, sono di competenza del Libero Consorzio, che sconta note difficoltà di personale e di risorse, appare meno comprensibile e giustificato il disinteresse dell’Anas e la mancanza di attenzione e vigilanza da parte della Regione rispetto alle pessime condizioni della Statale 121, Catanese, la vecchia Palermo – Catania. Pare non si sia visto un mezzo, non una ruspa sarebbe stata mandata a liberare le strade dal fango. Colate di terra e pietre creano strettoie, rubano spazio a intere carreggiate ed espongono gli automobilisti a rischi. Le foto rappresentano lo stato dei fatti. Già prima dell’arrivo della pioggia, comunque, i 30 chilometri tra Caltanissetta e Vallelunga erano in condizioni da Terzo Mondo. Il tratto da Marianopoli all’innesto con la Sp 18 per Villalba, una quindicina di chilometri, da anni è un vero incubo per gli utenti della strada.
Buche e sconnessioni, vecchie anni, se non decenni. Frane tra Marianopoli e Caltanissetta, asfalto mancante in prossimità di Vallelunga e poco prima della stazione ferroviaria di Marianopoli. Eppure, almeno sulla carta, la Nazionale, Sp121 Catanese, è una strada statale. Un asse viario classificato tra le infrastrutture importanti, subito sotto alle 10 strade principali della Sicilia (autostrade, diramazioni autostradali e circonvallazioni di Catania). Basta guardare il sito Anas. Una strada dello Stato.
«Ma lo Stato dov’è – protesta un automobilista pendolare che incrociamo nei pressi della stazione di Villalba – come si può lasciare un bacino di ventimila abitanti in abbandono? E quale destino per corrieri, fornitori, pendolari e trasfertisti?» Già, dov’è lo Stato? Perché non realizza le opere di contenimento? Perché non sistema i tratti con frane? Perché non riasfalta le buche e i tratti sconnessi? Giriamo le domande a chi di competenza.