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FURTO | Inchiesta «H2o»

Gela, 26 avvisi di garanzia ai ladri d’acqua. La procura chiude le indagini preliminari


di Redazione

attualità
6 Ott 2022

Sono 26 le persone formalmente indagate dalla Procura conseguente all’operazione della Polizia di stato, nome in codice «H20». Per i cosiddetti «ladri d’acqua» gli inquirenti hanno chiuso l’inchiesta e si apprestano a mandare sotto processo i presunti autori del saccheggio alla condotta portante, la Gela – Aragona, i quali avrebbero creato una rete idrica parallela e abusiva, riempendo a costo zero gli invasi con l’acqua rubata dalla linea portante idrica. Il gip Marica Marino, nei mesi scorsi, ha firmato un’ordinanza con cui applicava divieto di dimora e obbligo di firma per 14 dei 26 indagati. Il pm, Luigi Lo Valvo, adesso, ha fatto notificare l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, atto che prelude alla richiesta di rinvio a giudizio. Le accuse sono di furto aggravato per essere stato commesso su beni destinati a pubblico servizio e utilità. Diverse le posizioni di alcuni indagati: un manovratore dell’escavatore di Siciliacque è accusato di favoreggiamento personale per avere informato, sostiene l’accusa, alcuni agricoltori che stava svolgendo degli scavi finalizzati a scoprire gli allacci abusivi. Un altro indagato, invece, è accusato di violenza privata per avere minacciato un dipendente di Siciliacque costringendolo a interrompere un controllo che doveva servire a individuare i furti. L’indagine era partita alla fine del 2019 dopo le denunce presentate da Siciliacque. La Polizia di stato, nel corso delle indagini, ha eseguito numerosi sopralluoghi lungo la condotta tra Gela e Licata, eseguendo anche pedinamenti e accertamenti tecnico scientifici.


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