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IL CASO | Vittorio Emanuele

Gela: bambina di cinque anni con crampi attende diverse ore al pronto soccorso. La rabbia dei familiari


di Alberto Drago

Gela: bambina di cinque anni con crampi attende diverse ore al pronto soccorso. La rabbia dei familiari
attualità
8 Lug 2021

Arrivata al pronto soccorso dell’ospedale «Vittorio Emanuele» con fortissimi crampi e dolori intestinali causati da una dissenteria e con la febbre alta, ha dovuto attendere 5 ore prima di essere visitata e dimessa. Un’odissea per la piccola Giorgia, cinque anni, di Niscemi e per i genitori. «Siamo arrivati – racconta Francesca, madre della piccola – alle 5.15 del mattino al pronto soccorso, senza che vi fossero al momento altri pazienti. Al nostro arrivo il personale sanitario del pronto soccorso dispone il tampone per potere visitare mia figlia e ci fanno scendere al piano inferiore nel Pre-Triage.
Eseguito il tampone ci invitano ad aspettare il risultato ed a compilare dei moduli. L’esito del tampone è negativo e ci fanno ritornare al pronto soccorso, dove il personale di sala mi chiede i moduli. Non avendoli ancora ricevuti a mano – aggiunge la donna – chiamano il Pre-Triage per la conferma dell’esito negativo del tampone, solo che al momento nessuno trova i documenti richiesti. Il personale sanitario del pronto soccorso mi chiede quindi di attendere ancora in sala, lasciandomi intendere che di lì a poco mia figlia sarebbe stata visitata. Nel frattempo si erano fatte le 7 del mattino e mia figlia con forti dolori addominali e la febbre alta è lasciata a dormire sempre su una sedia, per cui busso di nuovo alla porta del pronto soccorso dove mi dicono di attendere ancora perché l’esito del tampone non gli era ancora pervenuto. Guardo l’orologio” racconta ancora la madre della bambina “e vedo che si erano fatte già le 8, mentre la sala del pronto soccorso comincia a riempirsi di persone in attesa di essere di essere visitate.
Busso ancora alla porta perché vedo che mia figlia sta male e che vuole essere accompagnata continuamente in bagno, chiedo di sapere quando la visiteranno ed il personale sanitario mi riferisce che è sempre in attesa del risultato del tampone».
«Alle 9 – racconta ancora – accade che cominciano a essere visitati i pazienti arrivati dopo di noi ed a questo punto mi arrabbio e scopro amaramente che mia figlia non ere stata neanche registrata. Una lunga attesa fatta di dimenticanze, cambi di turno e senza passaggio di consegne. Finalmente alle 9.15 del mattino mia figlia viene visitata ed alle 10 viene dimessa. Mi chiedo se è normale attendere 5 ore per una diagnosi, fortunatamente era solo un virus intestinale e se fosse stato altro»?
«È normale – conclude – che a causa del Covid, i pazienti affetti da altre patologie, possano essere lasciati parcheggiati così a lungo nelle sale del pronto soccorso»?

Abbiamo contattato l’Asp e l’unità sanitaria per una replica.

Dalla direzione strategica ci fanno sapere di aver appreso la notizia da Today24 ed esprimono dispiacere per i fatti rappresentati. Sarà subito chiesta una relazione al riguardo per i provvedimenti da adottare nei confronti di chi ha sbagliato – qualora le circostanze fossero confermate e ci fosse stato errore – perché i disservizi rappresentati e, tali comportamenti, penalizzano l’immagine di tutta l’azienda .

(di Alberto Drago e Samuela Nisi)


Alberto Drago
Giornalista pubblicista, niscemese doc, ha lavorato in varie redazioni locali e regionali, contribuendo negli anni Novanta alla nascita di Antenna Sud. Impegnato nel volontariato con l’associazione nazionale Carabinieri. Collabora con il quotidiano La Sicilia. Ha fondato e diretto il periodico “L’Appunto”.