Gela: «Basta opere faraoniche come il Ponte sullo Stretto, il futuro passa per la riconversione green»
di Redazione

«Per investire al meglio i miliardi di euro che arriveranno, è fondamentale che il Paese abbandoni la logica delle grandi opere faraoniche e punti su una grande opera diffusa di innovazione che permetterebbe di ridurre anche le emissioni in atmosfera di gas serra e inquinanti come la realizzazione di impianti di economia circolare a partire dal centro sud». Lo dice Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. Secondo il dirigente ambientalista bisogna partire dall’«elettrificazione della mobilità urbana, le infrastrutture ferroviarie urbane e pendolari e nuovi treni, necessari soprattutto al Sud Italia a partire da regioni come la Calabria e la Sicilia dove invece la politica guarda all’inutile ponte sullo Stretto, la riconversione green dei poli industriali di Taranto, Brindisi, Gela, il siracusano e il Sulcis, la diffusione delle comunità energetiche in tutto il Paese nei piccoli comuni e nelle città sul modello dell’esperienza avviata a Napoli, la realizzazione di parchi eolici a terra e in mare aperto in Sardegna, nel Canale di Sicilia, nello Ionio e nell’Adriatico per accelerare la diffusione delle rinnovabili, solo per citarne alcuni».
«La storia recente dell’Italia – conclude – ci ricorda che i finanziamenti europei per realizzare le opere pubbliche necessarie da soli non bastano, servono anche le competenze nella pubblicazione amministrazione, il rafforzamento dei controlli pubblici e il dibattito pubblico per coinvolgere i territori, oltre a delle profonde e coraggiose riforme come quella sulla decarbonizzazione dell’economia. Una riforma cruciale su cui l’Europa ha dimostrato più volte di avere le idee chiare insieme agli obiettivi climatici da raggiungere. L’Italia, invece, fatica ancora a stare al passo».
