Notizie non buone sul fronte Covid nelle ultime ore. Un bambino di 8 mesi ieri è stato trasferito all’ospedale «San Marco» per complicanze respiratorie. Il piccolo, stante a quanto filtra, già positivo al coronavirus, pare avesse anche altri problemi che non possono essere gestiti al «Vittorio Emanuele». Sempre in queste ore, in ospedale, tre persone sono state trovate positive. Si erano rivolte al pronto soccorso per disturbi di vario tipo, scoprendo di essere positivi dopo il tampone eseguito all’ingresso.

Non solo problemi sanitari, anche organizzativi.

Ci riferiscono di contrasti tra alcuni operatori sanitari del servizio Usca e quelli dell’Emergenza medica 118. Nel senso che gli Usca, forse oberati e stressati da una crisi sanitaria senza fine, non riuscirebbero a sopperire al servizio di visita domiciliare. Almeno non sempre e non con tutti gli effettivi. Il che costringe i pazienti Covid in terapia domiciliare a rivolgersi al 118 (nei casi non gestibili per telefono dagli stessi Usca o dai medici di famiglia).

E sembra che la pax tra alcuni operatori di queste due strutture – fondamentali nella battaglia contro il Covid – sia quasi del tutto svanita, per lasciare posto a qualche acredine. E qualcuno dice di voler valutare querele.

Poi ci sono piccoli e grandi intoppi quotidiani. Come le auto lasciate in sosta selvaggia lungo il percorso delle ambulanze Covid, se non all’interno del piccolo hangar destinato alla sanificazione. Cose dell’altro mondo, soprattutto perché – ci riferiscono – in molti casi si tratta di mezzi di proprietà di dipendenti ospedalieri. I quali, per contratto e per e vocazione, dovrebbero avere una sensibilità superiore alla media e capire che l’auto non si può e non si deve lasciare lungo il percorso delle ambulanze Covid.

Ma questa è un’altra storia. E riguarda l’educazione e il senso civico di alcuni.