Gela: tre dighe a secco, Sicilia in ginocchio
di Redazione

Dal più recente verbale dell’Autorità di Bacino regionale si evince che Gela non potrà ricevere alcun genere d’irrigazione, considerata la totale indisponibilità di volumi negli invasi Cimia, Disueri e Comunelli.
È la cruda realtà che emerge dall’ultimo report dell’Anbi. Questo comprometterà la campagna di semina e di produzione in tutta la piana del Fiume Gela, dalla città del Golfo alle vicine Niscemi, Butera e Mazzarino. Tutti i comuni della provincia stanno inoltre subendo riduzioni nella distribuzione idrica, mentre ad Enna l’acqua potabile viene erogata a giorni alterni. Non meglio va nell’Agrigentino, per i terreni irrigui di Ribera, si sta cercando di salvare gli agrumeti, operando trasferimenti di risorsa irrigua dal sistema Prizzi-Gammauta all’invaso Castello. Nel Ragusano si registra un repentino calo dei livelli piezometrici delle sorgenti ormai quasi prosciugate; il gestore sta attivando turnazioni per l’erogazione idrica. Il comprensorio del Calatino è quello, che sta subendo i disagi maggiori: rispetto al 2023 si registra un abbassamento della falda di circa 15 metri ed una riduzione della portata emunta da 1.200 litri al secondo a l/s180. La soluzione adottata è l’abbassamento del livello di prelievo ed è stato richiesto ai sindaci di emettere ordinanze. Duro stamane l’intervento del parlamentare Pietro Lorefice (M5s), segretario della presidenza del Senato.
«La gestione delle risorse – afferma – per una Sicilia assetata e in ginocchio, se ieri per la Santanchè era “colpa” del New York Times, oggi viene riassunta da Repubblica in questo modo, purtroppo per tutti noi, reale: il governatore Renato Schifani aveva richiesto 130 milioni a Roma, ma a maggio ne sono stati inviati solo 20 dalla Protezione Civile, sotto la guida del ministro Nello Musumeci. A oggi, con questi 20 milioni assolutamente insufficienti se non ridicoli per un cataclisma del genere, solo il 17,1 per cento delle opere è stato completato e un ulteriore 30,1 è in corso di ultimazione».
«Il governatore Schifani – dice il senatore Lorefice – invece di riempire il barile d’acqua, lo scarica come sempre su sindaci, amministratori delle municipalizzate, commissari di consorzi di bonifica e direttori delle assemblee territoriali idriche che si sono ritrovati soli a gestire una situazione surreale con risorse irrispettose e senza alcuna guida. I siciliani, lungi dall’essere in balìa delle onde del mare, sono in balìa di una inadeguatezza senza precedenti. Questa maggioranza – conclue – prenda esempio dal giornalismo invece che criticarlo: impari a fare il proprio dovere e ammetta la propria negligenza senza cercare capri espiatori».
