Gela: cantastorie, arte senza tempo (1991)
di Redazione

Curriti, curriti genti. Miraculu, miraculu viventi. Erano gli anni Novanta, i primi anni Novanta. E una delle tradizioni più antiche, romantiche e pittoresche di Sicilia, faceva le sue ultime apparizioni sulle piazze gelesi: i cantastorie. Chi (tra quelli degli «anta») non è stato stato rapito, almeno una volta, dall’esibizione di questi artisti, poeti, cantori? E come dimenticare Rosa Balistreri, la sua poetica, i tour tra gli auditorium delle scuole, i circoli e le piazze. Un’arte unica, quella dei cantastorie. Oggi, per fortuna, c’è chi cerca di tramandarla. Esportarla anche fuori dalla Sicilia, all’estero, come Nonò Salamone (da Sutera), uno «unu di l’ùrtimi cantastorii siciliani». Tramandarla, ma anche evolverla, come l’artista Mel Vezzi (di Licata), il “cunta” storie. Ai nostri cantori, vecchi e nuovi, Today24 dedica questa bella immagine. Di un cantastorie, in piazza San Giacomo. Primi anni Novanta.
(Foto di Francesco Cerniglia)
