Gela: «Colpevoli ritardi sul depuratore», Lorefice attacca il ministro. Novità sull’acqua
di Redazione

«Ho presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente in merito ai gravi ritardi nei lavori di raddoppio della sezione urbana del depuratore consortile situato all’interno della Raffineria di Gela». Lo scrive Pietro Lorefice, senatore M5s, segretario di presidenza a Palazzo Madama annunciando un atto di attività ispettiva trasmesso al ministro Gilberto Pichetto Fratin. «Il potenziamento del depuratore – sottolinea – è cruciale per il trattamento delle acque reflue prima che vengano scaricate in mare. Allo stato attuale, l’impianto non è assolutamente adeguato a gestire tutti i reflui, con la tragica conseguenza che le sostanze inquinanti pregiudicano l’ambiente e la salute degli abitanti. Nonostante l’iter dei lavori fosse stato avviato oltre un decennio fa (iter avviato nel 2012), assegnazioni, revoche, aggiudicazioni, ritardi hanno portato a uno stallo: i lavori risultano fermi dal 30 giugno 2023 per mancanza di copertura economica, a causa dell’aumento dei costi e delle compensazioni previste dalla legge, oltre a varianti progettuali intervenute nel corso del tempo. L’ennesima situazione inaccettabile per la Sicilia, e in particolare per quelle aree già compromesse a livello ambientale e che, in particolare per la gestione delle acque reflue, espone il nostro Paese alla quarta sanzione da parte dell’Unione Europea, con un aggravio spaventoso per la finanza pubblica. Chiedo quindi al Ministro se sia a conoscenza della vicenda e, soprattutto, se non ritenga opportuno affidare il completamento dell’opera al Commissario straordinario unico per la depurazione, al fine di sbloccare l’iter e garantire finalmente la realizzazione di un’infrastruttura essenziale per la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, messi a dura prova da anni di inquinamento. Il ministro Pichetto Fratin, sappiamo essere sicuramente al corrente di quanto un impianto di depurazione efficiente sia essenziale per la salvaguardia degli ecosistemi e della salute pubblica, avendo egli stesso recentemente partecipato all’inaugurazione del depuratore di Affi. E se questo vale per Affi, a maggior ragione deve valere per Gela, un’area classificata ‘a elevato rischio di crisi ambientale’, con un piano di risanamento e disinquinamento ambientale inattuato e inserita tra i Siti di Interesse Nazionale per la bonifica. Insomma, siamo alle solite? Mentre al nord si tagliano nastri, qui al Sud si tagliano fondi?»
«Chiedo al ministro – conclude – se non sia opportuno intervenire con la stessa solerzia dimostrata altrove, essendo inaccettabile classificare l’Italia in territori o cittadini di serie A e di serie B. Il territorio di Gela e i gelesi hanno già pagato troppo in Salute e Ambiente: ulteriori lungaggini burocratiche non possono e non devono andare ad esacerbare una situazione di degrado ambientale e sanitario insostenibili».
Intanto da Palermo arrivano notizie di un’ulteriore accelerata su un altro tema caldo per Gela, l’acqua. Il Sole 24 Ore, in edicola stamattina, riporta un’intervista al presidente della Regione che traccia un’ulteriore road map sul dissalatore di Gela.
«Un piano di breve e medio termine – afferma Renato Schifani – da 290 milioni per fornire acqua alle province più colpite dalla siccità come Caltanissetta, Agrigento e Trapani. Ma anche per mettere in sicurezza quasi tutta l’area metropolitana di Palermo».
Il piano – riporta il quotidiano economico – su cui ha molto scommesso il presidente della Regione, si divide in due parti: da una parte ci sono i tre dissalatori di Gela, Porto Empedocle e Trapani; dall’altro due nuovi dissalatori da costruire (uno nell’area di Termini Imerese di cui si parla da tempo con una capacità di 700 litri di acqua al secondo e l’altro sulla parte occidentale della provincia nell’area di Isola delle Femmine con una capacità di 400 litri di acqua al secondo). Particolarmente urgente è la realizzazione dei tre dissalatori su siti preesistenti. Su questo fronte il commissario nazionale per l’emergenza idrica Nicola Dell’Acqua si è affidato a Siciliacque.
