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Gela, seduta aperta sull’impianto rifiuti. I dettagli sul progetto, le reazioni in città


di Redazione

Gela, seduta aperta sull’impianto rifiuti. I dettagli sul progetto, le reazioni in città
attualità
24 Giu 2022

Asja Ambiente Italia e NextChem – Gruppo Maire Tecnimont, insieme alla controllata MyRechemical, hanno illustrato stamane il progetto del Distretto Circolare al consiglio comunale svoltosi in seduta aperta. Il progetto è stato presentato in risposta alla procedura di gara avviata dalla Regione Siciliana, non ancora conclusa e riguarda un impianto che – almeno nei progetti – dovrà essere realizzato nell’area della raffineria di Gela. Il distretto circolare sarà basato su un impianto Waste to Methanol Hydrogen, progettato per una capacità produttiva di circa 185.000 tonnellate annue di metanolo e 3.000 di idrogeno, generate dalla conversione chimica di 400.000 tonnellate annue di rifiuti non riciclabili che verrebbero altrimenti smaltiti in discarica.
«L’ex Raffineria di Gela – spiegano i proponenti in una nota – individuata come area del progetto per uno spazio di circa 10 ettari, ricopre un ruolo strategico in quanto garantisce il riutilizzo parziale delle infrastrutture e dei collegamenti esistenti per le operazioni di import ed export dei prodotti. L’ex Raffineria è anche dotata di un raccordo ferroviario interno, che potrebbe essere utilizzato per la ricezione dei rifiuti, al fine di minimizzare l’arrivo via camion. Si tratta inoltre di un’area industriale che sarà riqualificata senza necessità di utilizzare nuovo suolo».
La tecnologia Waste to Chemicals – è stato chiarito stamane – consiste nella conversione chimica dei rifiuti non riciclabili che, a oggi, sono smaltiti in discarica o via incenerimento. Nel processo di conversione chimica i rifiuti sono trasformati in gas di sintesi, detto syngas, attraverso il recupero del carbonio e dell’idrogeno in essi contenuti. Il syngas, che ha una impronta carbonica inferiore al gas naturale, viene purificato per la produzione di metanolo e di idrogeno. Tutte le sostanze impure vengono catturate durante la purificazione e non vi sono praticamente emissioni di inquinanti in atmosfera dal processo. La tecnologia consente di recuperare fino a circa il 95 per cento del materiale in ingresso, sotto forma di metanolo (come combustibile a basse emissioni recycled carbon fuel riconosciuto dalla direttiva europea sulle rinnovabili, per uso navale in sostituzione dell’olio combustibile, idrogeno per la mobilità pubblica, materiale vetrificato inerte per il settore delle costruzioni, zolfo, CO2 pura che verrà liquefatta e messa a disposizione di floricoltori e agricoltori per la concimazione carbonica del terreno.

L’impianto consentirebbe, inoltre, di ridurre decisamente le emissioni di anidride carbonica rispetto alla tecnologia di termovalorizzazione e rispetto al prodotto metanolo ottenuto da gas naturale. Solo il 5 per cento dei rifiuti in ingresso diventa scarto ed è costituito da fanghi che verranno mandati a smaltimento controllato.
Secondo i dati Ispra, in Sicilia nel 2020, i rifiuti urbani smaltiti in discarica rappresentano ancora il 58 per cento del totale dei rifiuti prodotti. Solo nel 2020 in Sicilia sono state prodotte 2.151.927 tonnellate di rifiuti urbani ma rimane una delle regioni italiane con una bassa percentuale di raccolta differenziata, inferiore al 50 per cento della produzione totale. Il territorio siciliano è carente di un tessuto impiantistico per il trattamento dei rifiuti e il riciclo e i pochi impianti di trattamento meccanico sono localizzati nelle sole province di Catania e Palermo. Gli scarti dei rifiuti non riciclabili meccanicamente, che oggi sono smaltiti via incenerimento o in discarica, possono essere trattati con il processo di conversione chimica prevista per il Progetto Gela. Ulteriori informazioni sul Progetto Gela possono essere reperite al seguente link: https://www.distrettocircolareverde.it/progetti/sicilia/il-progetto-gela/
Il città, ovviamente, non mancano le perplessità rispetto alla realizzazione di un nuovo impianto industriale. Sono emerse stamane in consiglio comunale e soprattutto sono state espresse in vari interventi, appelli, iniziative. In questi giorni è nato un comitato civico che sta portando avanti una petizione per fermare il progetto. Centinaia di firme sono state raccolte nei gazebo istituiti davanti all’ex Dogana sul lungomare e nell’area di servizio e ristoro Gb Oil. Il dubbio principale riguarda il processo lento e doloroso che la città sta compiendo da anni verso una nuova vocazione turistica, grazie alla valorizzazione del lungomare, lidi, bellezze artistiche e patrimonio archeologico.

«Da una decina d’anni la qualità dell’aria è migliorata, i benefici della fine dell’industrializzazione indiscriminata si iniziano a notare» dicono Saverio Di Blasi ed Emanuele Amato, ambientalisti storici a capo delle associazioni Aria Nuova e Amici della Terra. «Perché da Licata a Falconara, da Scoglitti a Marina si punta al turismo mentre questo lembo di Sicilia, questa Gela, viene sempre tirata in ballo quando c’è da inquinare? Basta».

In molti temono che il traffico di tir provenienti da tutta la Sicilia e forse anche oltre Stretto possa sovraccaricare e inquinare l’unica strada di collegamento, la via Venezia, ormai satura e con livelli di emissione ben oltre i limiti. Asja Ambiente Italia e NextChem, nel loro master plan prevedono di alleggerire il traffico su gomma attraverso l’uso del nodo ferroviario presente in raffineria.

«In realtà – dice Rosario Faraci, consigliere di Una Buona Idea – non credo che quella linea ferroviaria sia operativa. Mi risulta essere stata dismessa, in parte se non del tutto. Ma ci interessa anche il carico nominale di questo impianto: capire quali rifiuti andranno conferiti e che tipo di reazioni ed emissioni potrebbero scaturire dall’utilizzo con materiali diversi. Serve uno studio dettagliato sul carico e sulle emissioni».

Nella foto grande in alto, Giacomo Rispoli, già presidente e ad della Raffineria di Gela, oggi a capo di NextChem


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.