Gela: l’olio usato di Mc Donald’s diventa biocarburante. Descalzi: «Eni secondo player mondiale»
di Redazione

«La conversione e la circolarità sono le principali sfide tecnologiche dal 2014. Abbiamo 7 centri di ricerca e 5 miliardi di investimenti in 5 anni in ricerca e sviluppo». Lo ha detto oggi l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, sottolineando che la scelta di riconvertire la raffineria di Gela e quella di Marghera, hanno fatto di Eni il secondo produttore mondiale dei biocarburanti.
«Con le tecnologie proprietarie – dice l’ad Eni – messe in campo siamo entrati nella transizione con carburanti puliti. Abbiamo chiuso due raffinerie tradizionali, Venezia e Gela e le abbiamo trasformate in bioraffinerie e siamo il secondo produttore al mondo di biocarburanti con 1,1 milioni di tonnellate».
Descalzi è intervenuto oggi al Forum internazionale dell’agricoltura e dell’alimentazione di Coldiretti.
«Essendo tecnologia proprietaria, possiamo trattare 150 tipologie di feedstock. Il primo feedstock era l’olio di palma ma sappiamo che la sua produzione riduce le foreste primarie e sappiamo quanto siano importanti per la cattura di CO2 le foreste primarie. Quindi abbiamo cambiato feedstock e ora abbiamo una grandissima gamma» ha aggiunto Descalzi ricordando che a fine 2022 «non avremo più la necessita’ di lavorare olio di palma. Ora lavoriamo oli esausti, oli fritti come quelli che vengono dalle grandi catene alimentari come McDonald».
