Gela: due arresti all’alba, 7 nel capoluogo. Fino a 1.000 euro al giorno dallo spaccio
di Redazione

Nuovi particolari emergono nelle indagini concluse con 10 arresti eseguiti dai Carabinieri. Un filo rosso che legherebbe il gruppo di spaccio con il clan dei Rinzivillo di Gela. Proprio nella citta del golfo sono stati eseguiti due provvedimenti cautelari, 7 a Caltanissetta, uno a Siracusa. Otto gli indagati in carcere.
Due invece sono stati messi ai domiciliari. Le indagini sono state coordinate dalla direzione distrettuale antimafia di Caltanissetta. L’hashish era l’asset dell’organizzazione. A due dei destinatari della custodia cautelare in carcere, individuati dagli inquirenti quali stabili fornitori dell’organizzazione criminale, è stata contestata e riconosciuta dal gip l’aggravante dell’aver favorito la famiglia mafiosa Rinzivillo. L’indagine, condotta dai militari del nucleo operativo di Caltanissetta, ha fatto luce sulle attività di un’associazione criminale i cui vari componenti, con compiti ben delineati, avrebbero acquistato da fornitori di Gela, e successivamente piazzato nel capoluogo, decine di chilogrammi di stupefacente, prevalentemente «fumo». L’indagine è andata avanti tra i mesi di maggio e settembre 2023. Dall’inchiesta emerge che il giro di affari è stato di 200.000 euro e che la droga sarebbe stata venduta anche a minorenni, con guadagni fino a 800 euro al giorno. L’inchiesta, nome in codice «Drugstore», ha permesso di scoprire che ingenti quantità di sostanza, dopo l’acquisto in territorio gelese, veniva venivano stoccate e custodite per poi essere trasportate sino alle varie piazze di spaccio. Il guadagno era assicurato per sviare l’attenzione delle forze dell’ordine su di sé, uno dei gli indagati, raccontano gli investigatori, aveva lavorato come bracciante per un certo periodo, ma era poi tornato a spacciare visto che gli 80 euro al giorno per un lavoro onesto gli sembravano un nonnulla rispetto ai circa mille al giorno incassati con la droga. E con l’usura: gli assuntori insolventi erano costretti a pagare circa 20 euro per ogni giorno di ritardo del pagamento dello stupefacente.
