Due positivi dopo sei giorni «covid free», un segnale? Probabilmente no. Fisiologico che dopo i quasi mille casi di fine anno scorso e inizi di gennaio, quando il picco toccò i 977 positivi, il virus sospinto dalle varianti provi a rialzare la testa. In realtà i casi rilevati dall’Asp sono due, ma ce ne sarebbe un terzo, tutti di «importazione»: un viaggiatore, arrivato da una regione del Nord, e due lavoratori, uno di Gela e l’altro che presta servizio fuori provincia. Ma lo Spepm è già al lavoro, gli 007 dell’Asp provano ad arginare fin da subito eventuali cluster anche se al momento è più corretti parlare di casi isolati. A Gela, dato aggiornato alle 22 di ieri, ci sono 67 persone in atto positive, 12 delle quali in ospedale (uno in rianimazione e 11 in degenza ordinaria divisi tra Covid center del Vittorio Emanuele, 8 e altri ospedali, 3). Con un numero relativamente basso i sanitari possono intervenire subito, arginando sul nascere eventuali focolai. Ma la lievissima ripresa del contagio dopo una settimana a «zero casi» potrebbe essere un segnale. Meglio stare più che attenti alle regole di distanziamento, all’igiene delle mani e alla «santa» mascherina.

In provincia sempre elevato il dato di Riesi: 89 casi.

Ecco il report diffuso in serata dall’Asp 2: «Nelle ultime 24 ore riscontro di 18 pazienti positivi al SARS CoV-2, tutti in isolamento domiciliare: 4 pazienti di Caltanissetta, 4 di Villalba, 2 di Gela, 2 di Montedoro, 2 di San Cataldo, 2 di Serradifalco, 1 di Niscemi e 1 di Vallelunga Pratameno. Ricoverati in degenza ordinaria: 3 pazienti di Caltanissetta, 1 di Montedoro e 1 di Riesi. Dimessi dalla degenza ordinaria: 2 pazienti di Caltanissetta e 1 di Gela. Guariti da Covid-19: 9 pazienti di Niscemi, 4 di Caltanissetta, 2 di Gela, 2 di San Cataldo e 1 di Mussomeli».

Nella sola Gela, da inizio epidemia, si sono registrati 2.882 casi Covid: 2.754 guariti, 61 vittime e 67 soggetti in atto positivi.