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Gela: «Fa parte del gruppo Alferi», confiscati beni per 500 mila euro L'avvocato Macrì invia precisazione


di Redazione

Gela: «Fa parte del gruppo Alferi», confiscati beni per 500 mila euro
cronaca
19 Mar 2021

Stamattina i poliziotti della Divisione Polizia Anticrimine, Sezione Misure di Prevenzione Patrimoniali, della Questura di Caltanissetta hanno eseguito il decreto di confisca emesso dal Tribunale di Caltanissetta, divenuto irrevocabile a seguito di sentenza della Suprema Corte di Cassazione, nei confronti di Rosario Consiglio, 54 anni, già sottoposto alla misura di prevenzione della sorveglianza speciale della pubblica sicurezza, con obbligo di soggiorno nel comune di residenza, per la durata di tre anni. La Polizia ha definitivamente confiscato un patrimonio di beni immobili e denaro acquisiti dallo Stato per un per un valore complessivo di circa 500 mila euro. Consiglio, ritenuto esponente di rilievo dell’organizzazione criminale mafiosa denominata “gruppo Alferi”, ha precedenti per ricettazione, reati ambientali, violazione di sigilli, tentata truffa ed è stato condannato per lesioni personali e per violazione delle norme recanti misure straordinarie per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania e misure urgenti di tutela ambientale. L’odierna confisca è il risultato di una lunga e laboriosa attività d’indagine che ha riscontrato un’evidente sproporzione fra i redditi dichiarati e il valore reale dei beni nella sua piena disponibilità intestati, anche, ai familiari più stretti.

«Consiglio – spiegano gli agenti – nel corso degli anni era riuscito, con profitto derivante dalla gestione di attività illecite del clan e avvalendosi della forza intimidatrice derivante dall’appartenenza a un gruppo mafioso, ad accumulare ingenti capitali. L’appartenenza del Consiglio al citato sodalizio mafioso è stata accertata attraverso le dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia e dalle indagini svolte dal personale della Squadra Mobile di Caltanissetta. Detta organizzazione era dedita alla commissione di delitti di ogni genere e, principalmente, estorsioni, furti, danneggiamenti seguiti da incendi, usura, anche con l’uso delle armi».

Nel pomeriggio abbiamo ricevuto la seguente precisazione da parte del legale di Consiglio, avvocato Salvo Macrì. La riportiamo di seguito:

In relazione alla notizia relativa alla confisca definitiva a carico di Consiglio Rosario dell’intero patrimonio pari ad oltre 500 mila euro, intendo precisare quanto segue:
1) Il ricorso per Cassazione proposto dalla difesa di Consiglio Rosario avverso il provvedimento emesso dalla Corte di Appello di Caltanissetta si è concluso con una pronuncia di annullamento con rinvio ad altra sezione della Corte di Appello e ciò in relazione a buona parte del patrimonio immobiliare a suo tempo sottoposto a sequestro per la successiva confisca. Ciò comporta non solo che il ricorso per Cassazione non è stato respinto ma che, al contrario, la pronuncia della Suprema Corte impone alla Corte di Appello di Caltanissetta di restituire il patrimonio immobiliare ancora in sequestro;
2) Il provvedimento della Corte di Appello di Caltanissetta, del resto, aveva già restituito in parte il patrimonio immobiliare di proprietà del Consiglio e per cui la pronuncia della Corte di Cassazione non fa che riconoscere al ricorrente il diritto ad ottenere l’ulteriore parte di immobili che la Corte di Appello non aveva restituito al Consiglio, sostanzialmente annullando proprio la parte del provvedimento con cui tali beni erano rimasti vincolati al sequestro.
In definitiva, dunque, la irrevocabilità della confisca, pur facendo riferimento ai presupposti fondanti della misura, esprime i propri effetti esclusivamente sul patrimonio mobiliare e non certo su quello immobiliare che ad oggi è stato in parte restituito (con provvedimento della Corte di Appello) e che è per il resto in fase di restituzione per l’accoglimento del ricorso da parte della Suprema Corte di Cassazione.
La difesa di Consiglio Rosario, peraltro, proprio sulla base della favorevole pronuncia della Suprema Corte, intenderà rivalutare ulteriori strumenti volti a chiedere la revoca del sequestro anche del patrimonio mobiliare, la cui pronuncia appare distonica rispetto alla pronuncia dei Giudici di legittimità.
Tali precisazioni appaiono necessarie per restituire alla diffusione della notizia la reale consistenza o almeno una dimensione quanto più vicina al reale sviluppo processuale della vicenda.
Dire che l’intero patrimonio mobiliare ed immobiliare sia stato sequestrato, per un valore addirittura pari a euro 500.000, non corrisponde a verità.

Aggiungo, del resto, che appare del tutto ultroneo e certamente fuori da ogni esigenza di cronaca, riportare anche il curriculum criminale del mio assistito del quale, peraltro, verrebbe dato per già assodato il pieno coinvolgimento nella cosca criminale degli Alfieri.
Ricordo a tutti che il procedimento Inferis trovasi ancora pendente e che a tutt’oggi non ha preso avvio neppure il giudizio di secondo grado e per cui, non avendo contezza di mutamenti o abrogazione nottetempo di norme fondamentali del nostro Ordinamento, mi pare che possa dirsi a tutt’oggi del tutto ed almeno presuntivamente che Consiglio Rosario sia innocente dal delitto di associazione di stampo mafioso.

Avv. Salvatore Macrì


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