Gela: il carcere scoppia, denuncia del sindacato Spp. «Sovraffollato oltre il 75 per cento»
di Redazione

Il carcere circondariale scoppia: sovraffollato, quasi al doppio della capienza. Un’istantanea dell’istituto di pena di via Beato Novello viene fornita dal Spp, sindacato Polizia penitenziaria, che mette a fuoco i limini di quattro carceri Siciliani. Oltre a Gela anche Palermo, Catania e Siracusa. Aumenta vertiginosamente il ritrovamento telefonini tra i detenuti, oltre il 600 per cento in più rispetto allo scorso anni. I detenuti sono complessivamente 7063, ospiti nei 23 istituti penitenziari della Sicilia, di cui 1.039 stranieri. «Si colgono evidenti segnali di tensione – afferma Aldo Di Giacomo, segretario generale del Spp – tra gli oltre 7 mila detenuti in Sicilia, tra i quali casi di rivolta e focolai di rivolta, agenti aggrediti, tentativi di evasione. Le carceri siciliane sono in subbuglio. La tensione è alle stelle». Domani alle 10,30 il sindacalista terrà una conferenza stampa davanti all’ingresso del carcere di Agrigento.
«Da tempo – dice – si lamenta la carenza di un adeguato numero di agenti di polizia penitenziaria che possa limitare anche la diffusa introduzione di telefoni cellulari nelle celle, strumenti utilizzati dai mafiosi per continuare a gestire i propri affari. C’è una confusione amministrativa e istituzionale molto grave: ogni penitenziario è diverso da un altro, già solo per come è strutturato e per il numero di detenuti che ospita e il sottodimensionamento di organico. L’annuncio della costituzione ad Agrigento di un Osservatorio permanente sui problemi del carcere è sicuramente un’iniziativa positiva per tenere sempre viva l’attenzione su questo istituto. Il nostro auspicio è che ‘osservare’ possa servire a sollecitare azioni e misure straordinarie come è straordinaria ed emergenziale la situazione nelle carceri siciliane, le peggiori d’Europa». La situazione più grave di sovraffollamento, in percentuale, la si registra a Gela, con 84 detenuti a fronte di una capienza massima di 48 posti e un sovraffollamento pari al 75 per cento. Seguono Catania Piazza Lanza con 449 su 279, Palermo Pagliarelli con 1394 detenuti su una capienza di 1165 e Siracusa con 696 su 545. Tra i 1039 detenuti stranieri i più numerosi sono quelli maghrebini con 237 tunisini, 88 del Marocco, 86 egiziani; a seguire 99 nigeriani e con un numero maggiore i rumeni (138). Il personale penitenziario ammonta a 3711 unità con gravi sottodimensionamenti di organico specie a Palermo, Catania e Siracusa. Le aggressioni e i casi di violenza contro il personale di polizia penitenziaria sono state 625, con decine di casi tra mini-rivolte, eventi gravi e tentativi di fuga; il ritrovamento di stupefacenti e di telefonini segnano rispettivamente più 400 per cento e più 600 per cento. I sequestri di droga sono di alcuni chilogrammi in media al mese. Tra i fenomeni più preoccupanti permane la diffusione di telefonini “usati da boss e uomini di primo piano nei clan per impartire ordini nei mandamenti ma anche per minacciare ed intimorire persone e continuare nell’attività estorsiva”.
«Questi numeri – sottolinea Di Giacomo – si scaricano pesantemente in primo luogo sul personale penitenziario sul quale si scontano due fenomeni: sono alcune decine gli agenti che dopo pochi mesi di assunzione hanno abbandonato il servizio, non si riescono a coprire i nuovi posti messi a concorso per mancanza di candidati disponibili. Quello che continua a mancare è un piano complessivo di intervento per affrontare in maniera organica i problemi cronici di sovraffollamento, carenza organici, suicidi e morti per altre cause di detenuti, oltre che aggressioni e violenze al personale, rivolte, traffico di droga, diffusione di telefonini».
