Un imprenditore di Gela, trapiantato in Emilia Romagna, ritenuto uomo dei Rinzivillo, è stato raggiunto stamane da un decreto di sequestro cautelare finalizzato alla confisca di prevenzione per un patrimonio di circa 10 milioni di euro. I carabinieri del comando provinciale di Piacenza, coadiuvati dai comandi di Bergamo, Caltanissetta, Milano, Pavia, Pisa e Verona, hanno eseguito un provvedimento emesso dal Tribunale di Bologna, a seguito di una richiesta della Direzione distrettuale antimafia. L’imprenditore, del quale non sono state fornite le generalità, era già stato condannato per 416-bis, ritenuto appartenente a Cosa nostra, clan Rinzivillo, e residente in provincia di Piacenza. Secondo quanto riferito dall’Arma, oggetto di sequestro sono il patrimonio personale e quello di alcuni familiari dell’imprenditore: un complesso immobiliare di pregio nella provincia emiliana, dove si trova anche l’abitazione del gelese, la totalità delle quote societarie di tre ditte che operano nell’edilizia e a lui riconducibili, con sede in provincia di Milano e in Sicilia, 93 immobili e due terreni che rientrano nel patrimonio di queste imprese tra la Lombardia, l’Emilia-Romagna e la Toscana, 39 veicoli, 5 conti correnti bancari, una polizza assicurativa sulla vita e le quote di un fondo di investimento. Gli accertamenti condotti dal Nucelo informativo del Reparto operativo del comando provinciale di Piacenza, con il coordinamento della Dda di Bologna, hanno permesso di raccogliere elementi utili a dimostrare che il destinatario della misura di prevenzione patrimoniale e i suoi familiari avevano, nel corso degli anni, accumulato un patrimonio sproporzionato alle loro fonti di reddito.