Gela: «Incarico legale alla nipote del sindaco», il centrodestra accusa. Greco: «È la macchina del fango»
di Redazione
Il clima politico ha senza dubbio superato il livello di guardia. La serie di ricorsi sulle elezioni prima e il caso Fenice dopo, hanno contribuito a mettere sulla barricata le forze politiche schierate l’una avverso l’altra alle ultime elezioni. L’ultimo caso scoppia nel pomeriggio e riguarda gli incarichi legali. Uno in particolare, conferito dal Comune, all’avvocato Paola Greco, nipote del sindaco.
«In uno dei sei incarichi conferiti alla nipote del Sindaco in meno di un anno – evidentemente la rotazione si è inceppata sul suo nome – l’avvocato Paola Greco, figlia del fratello del sindaco, la professionista ha accettato l’incarico, conferito dall’amministrazione dello zio Lucio, di difendere il Comune di Gela contro un avversario di famiglia, il cugino, l’avvocato Mario Greco, niente poco di meno che il figlio del sindaco».
«Per meglio intendere – rincara il centrodestra – il figlio del sindaco fa causa al Comune, chiedendo un risarcimento per la sua assistita, e l’amministrazione pensa bene di contrastare la pretesa e, sostanzialmente, di difendere i propri diritti e le proprie tasche nominando quale suo difensore Paola Greco, la cugina di Mario Greco, la nipote del sindaco».
«Il Comune – dicono – è entrato in conflitto di interessi o il Comune è solo un affare di famiglia?»
I consiglieri Giuseppe Spata, Emanuele Alabiso (Lega), Sandra Bennici (Fdi), Salvatore Scerra e Gabriele Pellegrino (Avanti Gela), tutti della coalizione di Centrodestra che alle ultime elezioni ha sostenuto la candidatura di Spata, hanno inviato una nota al Segretario Generale del Comune, al Prefetto e all’autorità di garanzia Anticorruzione, chiedendo una verifica degli atti.
Il sindaco, Lucio Greco, sentito nel pomeriggio, ha deciso per il momento di non rilasciare alcuna dichiarazione di replica, anticipando che domani, eventualmente, saranno gli uffici amministrativi competenti a chiarire gli aspetti amministrativi della vicenda.
«Poiché – spiega – la decisione di assegnare un incarico è atto gestionale, di competenza del dirigente. Sindaco e Giunta non hanno alcuna competenza».
«Poi – dice – in sede politica, dirò quello che penso. Certo non permetterò a nessuno di diffamare me o la mia famiglia».
Sempre a denti stretti il primo cittadino ha detto di non avere alcuna competenza sugli incarichi.
«Vengono decisi – ribadisce – dal dirigente, di concerto con la segreteria. Siamo in presenza di un regolamento, che prevede la rotazione degli incarichi tra gli iscritti all’Ordine degli Avvocati. La mia amministrazione ha ereditato questo regolamento che, come gli altri, viene rispettato. Evidentemente qualcuno intende diffamare o metterla sul piano della rissa».
«Né io – dice alcora – ne mio figlio lavoriamo con cause del Comune».