Gela, intestazione fittizia e attività all’ombra dei clan. Restituiti beni a imprenditore
di Redazione

La corte d’Appello di Caltanissetta ha disposto il dissequestro di beni per un valore di oltre un milione e mezzo di euro sui quali, cinque anni fa, si era puntato il faro della Direzione investigativa antimafia. Un operatore del settore metalmeccanico, (V.L. le iniziali) e la moglie (M.R. le iniziali), erano stati colpiti dalla misura reale del sequestro beni e dal provvedimento di sorveglianza poiché ritenuti dall’accusa vicini a cosa nostra, clan Rinzivillo. Dopo varie vicissitudini giudiziarie, a seguito di un recente pronunciamento della corte di Cassazione, che aveva annullato sia la misura patrimoniale che quella personale, i beni torneranno nella disponibilità dei coniugi. L’accusa riteneva che le società in capo all’uomo, operanti nel settore della metalmeccanica industriale, fossero riconducibili ai Rinzivillo. Di diverso avviso la corte d’Appello che, uniformandosi al disposto della Suprema corte, ha annullato i provvedimenti, emanati dalla Dda nel 2018. La genesi dell’indagine risale a una decina di anni fa, quando gli inquirenti, esaminando alcune alcuni movimenti finanziari, ipotizzarono presunte intestazioni fittizie di quote e altre operazioni ritenute sospette.
