Gela: ancora gesti irresponsabili, non si comprende la gravità del dramma Quasi 200 in quarantena, 35 solo oggi
di Redazione
La scena si ripete, il senso di irresponsabilità di alcuni rischia di compromettere gli sforzi di intere famiglie, della stragrande maggioranza dei gelesi, dei niscemesi, dei riesini, che si sono tappati a casa, ossequiosi con scrupolo delle norme per il contenimento del virus SarsCov2. Mattina presto, via Colombo. La scena ha dell’incredibile. È di oggi: siamo nel cuore della città storica. Una motoape carica di frutta e verdura effettua il solito giro, si ferma e viene quasi presa d’assalto da quattro signore della zona. Nessuna indossa la mascherina, non ci sono file, né distanza tra le astanti. Anzi si scherza e si ride con le facce vicine (comprensibile il bisogno di un po’ di allegria in questi giorni difficili). Solo che non si capisce quanto grave sia la situazione. «Qui non ce ne siamo neppure accorti – racconta un lettore, un gelese, vita e lavoro a Brescia – dall’oggi al domani siamo diventati la provincia con più casi al mondo, più di Wuhan. Siamo spaventati». Il virus avanza, non guarda in faccia nessuno. E questa bella Sicilia miracolosamente solo “lambita” dall’emergenza può vincere solo in un modo: rispettando le regole. È solo per miracolo che molte città sono ancora a zero casi. Un miracolo che al momento l’impatto del controesodo dalle Zone Rosse non abbia dato i temuti nefasti effetti. Abbiamo assistito a madri troppo ansiose di riabbraciare i loro figli studenti universitari. Lavoratori che hanno fatto rientro all’imdomani della chiusura di aziende e fabbriche. Maestrine che si sono precipitate alla stazione di Milano, quel sabato, per tornare in treno.
Irresponsabili? Sicuramente hanno messo i sentimenti davanti alla ragione.
Molti per fortuna si sono almeno tenuti a distanza. Oltre duecento le comunicazioni pervenute alle autorità sanitarie per la quarantena volontaria da lunedì scorso. Trentacinque solo nella giornata di oggi.
Poi c’è chi ha deciso responsabilmente di non tornare. Ci sono padri che non hanno permesso ai figli di rientrare. Genitori separati che non vedono i loro figli da dieci giorni, anziani che vivono soli, confinati tra le quattro mura aspettando che l’ondata passi. E risparmi questa terra. Qualcuno, anche attraverso la pagina Facebook di Today24 invoca la presenza dell’esercito. Ma la domanda è: si può militarizzare una nazione per risolvere un problema di stupidità? Possono duecento – trecento uomini di Polizia, Carabinieri, Finanza e Municipale, di stanza a Gela, considerando i turni, chi ha il raffreddore, il nucleo scorta, il lavoro d’ufficio, piantonare una città?
Troppa gente in giro, soprattutto fino alle 19. C’è chi gironzola per le sigarette, chi bussa al municipio (chiuso, tranne che per i servizi essenziali) per chiedere il modulo dell’esenzione, o per informarsi se ci sono concorsi. Chi va al supermercato sette volte al giorno, come ci segnala un lettore.
Mentre in via Colombo si fa la spesa ammassati al carrettino della verdura, senza mascherina. MA STATE A CASA…