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Gela: la discarica e l’inceneritore, follie senza fine. M5S: «Idea ridicola». Corrao: «Violano norme comunitarie»


di Redazione

Gela: la discarica e l’inceneritore, follie senza fine. M5S: «Idea ridicola». Corrao: «Violano norme comunitarie»
attualità
17 Giu 2021

Sembrerebbe quasi una barzelletta, ma non lo è. Perché tutto si sta compiendo sulla pelle dei gelesi. E dei Nisseni. Prima la Raffineria, poi la Megacentrale a carbone da 1280 Mw (mai realizzata, bontà loro), il Muos, il deposito di scorie radioattive e adesso tra discarica dei rifiuti e termovalorizzatore (chiamiamolo inceneritore, dai) questo lembo di Sicilia pare non aver scampo. Andiamo con ordine e leggiamo i fatti della giornata.

Oggi il dipartimento dell’Acqua e dei rifiuti ha infatti pubblicato sul proprio sito (e a giorni lo farà anche sulla Gazzetta ufficiale della Regione) l’avviso per l’affidamento in concessione della “progettazione, costruzione e successiva gestione fino a due impianti per il recupero energetico da rifiuti non pericolosi”. L’immondizia.

I termoutilizzatori dovranno avere, ciascuno, una capacità di trattamento da 350 a 450 mila tonnellate all’anno di rifiuti indifferenziabili e saranno situati: uno in Sicilia occidentale (nelle province di Agrigento, Caltanissetta, Palermo o Trapani) e l’altro nella zona orientale (Catania, Enna, Messina, Ragusa e Siracusa). L’iter seguito è quello del progetto di finanza, pertanto le risorse dovranno essere messe a disposizione dalla società che si aggiudica l’opera, chiamata anche a gestire l’impianto.

«Con questa scelta – dice il presidente della Regione, Nello Musumeci – apriamo una nuova stagione che consentirà alla Sicilia di liberarsi finalmente dalla schiavitù delle discariche e allinearsi alle più avanzate Regioni del Nord. Nel frattempo, dobbiamo lavorare per finanziare i nuovi impianti che i Comuni vorranno programmare e per incrementare la raccolta differenziata, gia’ passata dal 20 al 42 per cento».

Al di là dei buoni propositi bisogna chiedersi quale impatto ambientale i due impianti avranno. E soprattutto dove saranno realizzati. Ai nisseni e, soprattutto ai gelesi, si è accesa la spia luminosa, memori del vecchio progetto di Crocetta dei sei inceneritori, poi smentiti, per diventare in definitiva due.

Indovinate dove era destinato uno degli impianti? Adesso ci riprova Musumeci. Anzi, rispetto al passato, dalle parole siamo passati alle carte. Senza che nessuno spieghi i dettagli ai cittadini.

La notizia non è stata salutata con gli applausi. Anzi.

«Apprendiamo, ormai quasi senza stupore, della ridicola idea del governo regionale di costruire uno o più inceneritori. A quanto sembra, nella zona di Catania e nel cuore della Sicilia, forse a Caltanissetta. Idea ridicola e pure illegittima. Tra l’altro Musumeci si contraddice pure: dice di essere contro i privati, ma alla fine gli inceneritori saranno costruiti e, probabilmente, pure gestiti da privati. Chi beneficerà di tutto questo?».

Lo scrivono i parlamentari regionali Giampiero Trizzino e Stefania Campo, componenti della commissione Ambiente dell’Ars.

«Chi conosce la materia – dicono – sa che la gestione dei rifiuti deve partire dalle politiche sulla riduzione, sul recupero e sul riciclo, e solo alla fine, per il residuo, si pensa alle discariche o agli inceneritori. Invertire questo percorso non solo è anacronistico, ma è illegittimo perché espone la Regione alle procedure di infrazione europee. Però ci rendiamo conto – ancora i due Cinquestelle -, certe informazioni non sono arrivate a Palazzo d’Orleans dove si ragiona di gestione dei rifiuti come negli anni Ottanta. Tutte le città che in passato hanno adoperato o continuano ad adoperare la termovalorizzazione per il residuo – dicono – hanno fatto partire il conto alla rovescia per la dismissione degli impianti. Un termovalorizzatore ha bisogno di combustibile per alimentare i forni, altrimenti non raggiunge il potere calorifero che ne garantisce il funzionamento a regime. In altri termini ha bisogno di materiali come la plastica, il legno e la carta. Tutti materiali che oggi, per disposizioni di direttive, non possono più finire nei forni, perché vi è l’obbligo di recuperarli».

Ma se il termovalorizzatore ancora è nei progetti, Gela è già nel calderone per la vicenda discarica Timpazzo. Per incapacità altrui, perché i gelesi e le città del comprensorio, una discarica ce l’hanno, su ordine dei vertici della Regione Siciliana, sono pronti a puntare verso Gela centinaia di tir (al giorno) carichi di rifiuti provenienti da ogni parte della Sicilia. La Regione, infatti, sotto pressione per via della crisi dei rifiuti, ha deciso di raddoppiare i flussi (da 450 a 900 tonnellate) verso l’impianto di Gela.

Scelta, peraltro, candidamente ribadita in faccia ai sindaci proprio nei giorni scorsi. Il primo cittadino, Lucio Greco, ha già detto di essere pronto alla battaglia, in ogni sede. E anzi si è detto amareggiato per alcuni colleghi: prima contrari adesso possibilisti.

E stasera, sulla vicenda, ha fatto sentire la propria voce anche l’europarlamentare Green, Ignazio Corrao.

«Con quale faccia – dice – la Regione si ostina ancora a considerare il territorio di Gela come un enorme buco nero da inquinare impunemente? Il raddoppio della discarica di rifiuti urbani di Timpazzo non solo provocherebbe danni ambientali enormi, soprattutto per un territorio già ampiamente compromesso, ma sarebbe l’ennesima spada di Damocle sulla salute dei cittadini. Questo ampliamento viola le più elementari norme comunitarie e nazionali, per questo ho chiesto alla Commissione Ue di intervenire per tutelare la comunità gelese».

«Questo ulteriore allargamento della discarica – sottolinea Corrao – è assolutamente folle, sia dal punto di vista ambientale ma anche dal punto di vista legale, perché risulta in contrasto con il piano rifiuti della Regione Sicilia, con il piano di gestione del sito Natura 2000 (ITA050012) e con le misure minime di conservazione dei siti naturalistici. Pure la Riserva Naturale del Biviere, che ha il dovere di difendere la biodiversità del territorio, ha espresso un deciso parere negativo ma nonostante ciò, per assurde ragioni di silenzio assenso, la commissione tecnica specialistica della Regione ha comunque portato avanti l’iter escludendone la valutazione d’incidenza. Per di più la discarica esistente – continua l’eurodeputato – non ha mai attuato le prescrizioni del provvedimento Aia 2013 e non è stata prevista una procedura Aia per questo nuovo ulteriore allargamento. Ci sono tutti gli elementi per interrompere questo piano che è un vero e proprio attentato alla salute e all’ambiente del territorio gelese. Per questo ho chiesto alla Commissione UE di intervenire immediatamente su queste palesi violazioni comunitarie. La Regione si metta in testa che Gela non è la discarica della Sicilia».


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.