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CORONAVIRUS | L'Asp sospende le visite

Gela: paura dopo l’esodo al contrario, il vicepresidente nazionale dei medici «Questa è la città più a rischio»


di Redazione

Gela: paura dopo l’esodo al contrario, il vicepresidente nazionale dei medici
9 Mar 2020

Tutta Italia è zona rossa e forse il peggio non è ancora arrivato. Ci dobbiamo preparare. Oggi la direzione sanitaria dell’Asp ha sospeso tutte le attività ambulatoriali. La gente non deve e non può più recarsi in ospedale e negli ambulatori di base. Tranne i casi urgenti. E in queste ore il pensiero di molti è ai tanti concittadini tornati dalle zone rosse per osservare la quarantena. A modo loro, però. In queste ultime ore sono decine le segnalazioni che ci pervengono. C’è l’impiegata che torna dalla Lombardia per mettersi in quarantena e poi la incontri davanti al palazzo, come se nulla fosse. O l’operaio specializzato che per eludere i controlli (e l’occhio sociale) va a dormire in campagna. Lasciandosi dietro una pericolosa scia. Segnalazioni di irresponsabilità che riceviamo da operatori sanitari, normali cittadini, lettori. I quali ci chiedono di porre un interrogativo pubblico

Ma in che guaio vogliamo andarci a cacciare?

Ne abbiamo parlato con chi da anni cura le persone e ha un bagaglio di studi epidemiologici e scientifici che ne fanno un riferimento: Ignazio Morgana.

Medico di famiglia, gelese, è il vicepresidente nazionale dei medici (Simg).

Dottor Morgana, anche lei tocca con mano tanta irresponsabilità?

«Non credo – dice- spero si tratti di casi isolati. Nel mio piccolo posso dire che solo nella giornata di ieri sette dei miei assistiti, tutti di ritorno dal Nord, hanno chiamato e si sono fatti consigliare sui comportamenti da adottare. Spero siano rispettosi perché la prevenzione è l’unica arma di cui disponiamo».

C’è quindi da stare tranquilli?

«Assolutamente no – dice Morgana – poiché Gela temo sia la città più a rischio dell’intera Sicilia. Ne ho parlato anche al sindaco. Qui da noi vivono centinaia se non migliaia di lavoratori che operano in zone del Nord. E non mi riferisco a maestre e insegnanti bensì ai tantissimi lavoratori ad alta specializzazione che operano nel comparto industriale. E le sedi sono tutte al Nord. Credo che una strada efficace potrebbe esser quella di monitorare le imprese e informarsi su dove questi lavoratori hanno operato e su quanti stanno rientrando in città».

«Per questo Gela, a differenza di altre città, dev’essere considerata ad alto rischio».

Farmacie piene, corsa ai farmaci, è giustificata?

«Sconsiglio – dice – il fai da te e la corsa alla medicina. In casi come le patologie virali non esistono che i farmaci da supporto in caso di febbre alta. Non c’è una terapia contro il virus. Le forme virali non hanno cura. Soprattutto, il messaggio che bisogna dare, è di non assumere farmaci antibiotici dei quali oggi si fa uso e abuso».

Scorte per i pazienti cronici?

«No ne vedo il motivo – continua il vicepresidente nazionale dei medici – chi ha una forma cronica ha certamente scorte a casa. E quando queste vengono a esaurirsi possono rivolgersi al medico, con la raccomandazione di non recarsi fisicamente negli studi se non in casi ove strettamente necessario. Rimanere a casa. Questo è il consiglio. Soprattutto per le persone anziane con patologie importanti. Oggi i medici sono in grado di inviare la ricetta elettronica al paziente. E se autorizzati dall’interessato la possono inviare direttamente al farmacista. Questo sicuramente può aiutare a limitare gli spostamenti e intasare gli studi medici che essendo ambienti chiusi e sovraffollati possono comportare rischi».

Quindi prudenza e responsabilità?

«Spero che questo senso di responsabilità sia ampiamente diffuso tra i cittadini. Se non hanno sintomi ma provengono da zone a rischio, anche allargate, hanno l’obbligo di rispettare la quarantena. Stare a casa per due settimane, anche se non hanno alcun sintomo».

Cosa possiamo prevedere?

«Al momento – dice – non ci sono risposte. È un virus che infetta 1 a 2,5 per cui un soggetto ne infetta due e mezzo, due ne infettano cinque e così via. Se non poniamo un freno sarà solo questione di tempo. Bisogna delimitare questa forma di contagio».

Gli anziani i più a rischio?

«Sono usciti i primi dati – dice – e a essere maggiormente esposti sono i soggetti con un sistema immunitario compromesso. A causa delle loro patologie sono quelli più a rischio: diabetici, bronchitici cronici, nefropatici, queste persone sono maggiormente esposte a un eventuale infezione che può andarsi a sovrapporre all’attacco virale. Le persone decedute, stante ai primi dati, sono essenzialmente da oltre 65 a 92 anni. La media è di 80 anni».

La prevenzione può bastare?

«Aiuta molto – dice – per esempio evitare le visite nelle Residenze Assistite e case di Riposo che ospitano anziani. Vietato recarsi in ospedale. Il vaccino non c’è. Quindi prudenza. Comunque se volessimo raffrontare il Covid 19 alla normale influenza bisogna dire che ogni anno i medici vaccinano milioni di persone. Eppure la normale influenza si stima che ogni anno faccia dalle 7.000 alle 8.000 vittime. Si tratta è bene precisarlo di soggetti con patologie».

Ma lei, come vive? Barricato a casa o allo studio?

«Ma non c’è motivo – dice – basta rispettare scrupolosamente i consigli. Io ad esempio potrei andare al bar, anche se non bevendo caffè ci vado poco. Lo evito. Faccio una vita regolare ma con prudenza. Ad esempio quando vado al supermercato scelgo orari con scarsa affluenza. L’altra sera siamo andati anche a cena, con degli amici. Abbiamo trascorso una bella serata, facendoci anche qualche risata. Ecco bisogna continuare a vivere anche se in questo periodo bisogna essere prudenti e rispettare le recenti norme di legge. E anche, o forse soprattutto, quelle di buon senso».


Redazione
Today 24 è un quotidiano on line indipendente, fondato nel 2014 da Massimo Sarcuno. Ogni giorno racconta i fatti e le notizie di Gela, Niscemi, Riesi, Butera, Mazzarino e di molti altri comuni del comprensorio. In particolare l’area del Vallone.