Gela, nomina procuratore generale di Bologna. Respinto il ricorso del Csm contro Musti
di Redazione
Il Consiglio di Stato ha respinto il ricorso del Csm sulla sentenza del Tar che aveva accolto le ragioni di Lucia Musti, già procuratore di Gela e attuale procuratore generale a Torino, per la nomina a procuratore generale di Bologna. I giudici amministrativi hanno anche dichiarato improcedibile il ricorso di Paolo Fortuna, ex procuratore di Aosta che il 31 maggio 2023 venne nominato Pg a Bologna. Nonostante la decisione per lei positiva, Musti rimarrà a Torino e non chiederà la riapertura del concorso per il posto a Bologna. Nella valutazione di alcuni consiglieri del Csm Musti venne penalizzata dalle conversazioni con Luca Palamara. Ma il Tar del Lazio un anno fa aveva ritenuto fondato il ricorso di Musti, assistita dagli avvocati e professori Guido Corso e Mario Serio, sottolineando in particolare come i contatti tra lei e Palamara fossero esigui e come il contenuto dei dialoghi non fosse tale da inficiare i prerequisiti di indipendenza, imparzialità ed equilibrio. Per la settima sezione del Consiglio di Stato le argomentazioni del Tar sul punto sono ragionevoli e inoltre il collegio aggiunge che Palamara non ha mai aiutato Musti e che la soluzione ai propri problemi lavorativi (era rimasta senza incarico) la magistrata se l’è cercata e trovata da sola: non è infatti vero che Musti non ha cercato di seguire vie istituzionali, ma anzi a febbraio 2019 si rivolse al Csm chiedendo un’audizione, senza riscontri e solo dopo contattò Palamara, che peraltro non conosceva. Il Consiglio di Stato fa poi notare un ulteriore elemento: la contraddizione del Csm che dopo aver ritenuto mancassero in Musti i prerequisiti per un incarico direttivo, a distanza di soli due mesi l’applicò alla Procura di Gela (territorio notoriamente con elevata densità criminale) come procuratrice facente funzioni.