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ASTRA ZENECA | Insegnante deceduta

Gela non dimentica Zelia, una manifestazione domani mattina. I legali: «C’è relazione tra vaccino e trombosi»


di Redazione

Gela non dimentica Zelia, una manifestazione domani mattina. I legali: «C’è relazione tra vaccino e trombosi»
attualità
15 Giu 2021

«Crediamo sussista piena responsabilità sulla società produttrice del vaccino Astrazeneca, per aver colposamente omesso nelle note informative dello stesso farmaco gli effetti collaterali, quali le trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, occorsi su Zelia, che ne hanno provocato il decesso». Lo dice l’avvocato Valerio Messina, legale della famiglia di Zelia Guzzo, l’insegnante di 37 anni di Gela deceduta in ospedale a Caltanissetta alcuni giorni dopo aver ricevuto una dose di vaccino Astrazeneca. Nei giorni scorsi la Procura di Gela ha chiuso l’indagine a carico dei medici e degli infermieri poiché, secondo i pm non ci sono correlazioni di rilievo penale imputabili a medici o sanitari che hanno avuto in cura la donna. Zelia aveva ricevuto il vaccino lo scorso primo marzo, il decesso tre settimane dopo. E domani mattina, alle 9.15, il marito, Andrea Nicola Nicosia, ha organizzato una manifestazione silenziosa. Un’iniziativa annunciata nei giorni scorsi su un noto quotidiano nazionale e che domani prenderà il via davanti agli uffici giudiziari per rompere il silenzio. I familiari dicono di volere «verità e giustizia».

Secondo la famiglia, rappresentata dall’avvocato Valerio Messina e dall’avvocato Antonio Cozza del foro di Perugia, la “omissione di alcuni rischi di trombosi nelle note informative” del vaccino, come spiega all’Adnkronos, “non ha permesso alla insegnante di auto determinarsi in maniera libera e consapevole in ordine alla vaccinazione, che ricordiamo è frutto di un atto di amore verso se stessa e verso gli altri”.

«È stato riscontrato – dice il legale – scientificamente il nesso eziologico tra l’inoculazione del vaccino Vaxzevria Anti-covid 19 ed il decesso della signora Zelia Guzzo, in assenza, frattanto, di alcuna concausa. La consulenza tecnica a firma dei consulenti tecnici del pubblico ministero, con a capo il professor Cristoforo Pomara, nominati dalla Procura di Gela, invero, mettono nero su bianco che la causa della morte della signora Guzzo è avvenuta per trombosi polidistrettuale e trombocitopenia, quali reazioni avverse da vaccino Astrazeneca».

«A quel punto – proseguono i legali – Procura di Gela nelle persone dei sostituti procuratori Ubaldo Leo e Gaetano Scuderi coordinati dal Procuratore Fernando Asaro, chiedevano l’archiviazione del caso, poiché se da un lato veniva accertata una responsabilità oggettiva, dall’altro non emergono a parere dei pubblici ministeri indizi di reità su determinati soggetti».

«Dagli elementi raccolti unitamente all’ausilio dei consulenti tecnici di parte, Mauro Bacci e Carmine Gallo, ci risultano degli importantissimi studi condotti da una equipe di scienziati americani, risalenti ad oltre un decennio fa e segnatamente nell’anno 2007, che dimostrano come l’adenovirus, vettore virale utilizzato dal vaccino AstraZeneca, provocasse trombosi diffusa e trombocitopenia, una volta entrato a contatto con gli organismi umani».

«Tali studi, ignorati colposamente, sono stati pubblicati nella rivista Blood, quale fonte medico scientifica di autorevolezza mondiale, citata tra l’altro quale fonte di approfondimento dagli stessi consulenti firmatari della consulenza tecnica» aggiunge l’avvocato Messina.

Domani il marito della donna, i familiari e gli amici si sono dati appuntamento davanti agli uffici giudiziari di Gela.

Una sola richiesta: «Indossate una maglietta bianca, grazie del vostro sostegno».


Redazione
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