Gela: «Non mandiamo i figli a scuola», inizia la disobbedienza. Varie petizioni. Mamme invocano didattica a distanza
di Redazione

La parola d’ordine di oggi è «disobbedienza civile», pacata, educata ma anche ferma e decisa. Caso abbastanza eclatante quello di una classe di terza media del plesso «Don Milani». I genitori iniziano a non mandare i figli a scuola. Disubbidiscono al Dpcm e sono pronti a far valere le loro ragioni nero su bianco. Pare ci sia già una pec in rampa di lancio, diretta a sindaco e dirigente scolastico. Quest’ultima, stamane aveva già deciso di sospendere le lezioni per due giorni allo scopo di eseguire un capillare intervento di sanificazione. «Appreso – dice in un messaggio alle famiglie – che il genitore di un alunno ha avuto il tampone positivo ho deciso di sanificare le aule». I lavori dovrebbero svolgersi tra domani e giovedì ma la dirigente farà il punto domani alle 14 e comunicherà la data di rientro in classe.
Ma da Gela a Niscemi, città che fanno segnare un notevole numero di casi, partono vari appelli alla chiusura delle scuole e alla ripresa della didattica a distanza. Lo hanno fatto stamane il segretario del Pd, Franco Di Dio e la capogruppo, Rosa Cirrone Cipolla.
In altre scuole di Gela, invece, ci sono genitori ancor più agguerriti. Hanno già individuato due avvocati e stanno cercando adesioni per promuovere un’azione legale e indurre istituzioni di Governo e scuola a chiudere e passare alla didattica a distanza o integrata. Almeno per qualche settimana. In attesa che si attenui la linea del contagio.
