Un dolore e la rabbia per la perdita di una persona cara è sfociato in qualcosa di deplorevole che avrà certamente conseguenze. Nel tardo pomeriggio un ambulanza del 118 è stata presa a sprangate, in via Lecce, dai familiari di un paziente Covid, deceduto per complicanze dovute al virus. Sul posto stanno operando le pattuglie del commissariato di Polizia e una Radiomobile dei Carabinieri, che sta agendo da supporto. Poco trapela sull’episodio che avrà con ogni probabilità una coda investigativa, se non giudiziaria. Sul posto erano state inviate le ambulanze per soccorrere una persona. È finita male. A un tratto, stante alle prime indiscrezioni che filtrano, l’ambulanza è stata presa a colpi di spranga.

«Un’ambulanza nuova – riferisce un testimone – distrutta a sprangate».

Il mezzo di soccorso, deputato a salvare vite umane, non potrà essere operativo.

L’episodio accaduto nel pomeriggio testimonia l’elevato stato di tensione che regna in città a causa dell’emergenza Covid.

In rianimazione 7 posti letto su 8 sono occupati da pazienti Covid in terapia intensiva. Medici e infermieri sono costretti a turni di lavoro senza precedenti. Operatori che montano al mattino e spesso vengono chiamati a prolungare il turno di servizio nel pomeriggio. Peggio, chi fa la notte, spesso deve coprire anche il mattino, rimanendo in ospedale (con mascherina e tuta protettiva) fino alle 14, per dodici / quattordici ore.

Gela, infatti, è l’unica Terapia intensiva Covid dell’hinterland. E né l’assessorato alla Salute, né l’Asp, hanno ancora autorizzato la seconda Rianimazione Covid al Sant’Elia. Inspiegabilmente.

In serata, intanto, il segretario provinciale del Pd, Peppe Di Cristina, ha espresso solidarietà agli operatori sanitari impegnati in prima linea nella lotta al Covid 19.

«Solidarietà piena – scrive – al personale che vive e lavora a limite della decenza in una struttura sanitaria difficile e sempre più di confine in un momento drammatico. I vertici della Sanità intervengano, così non si può andare avanti».