Gela: paziente psichiatrico trasferito a Catanzaro per mancanza di posti, Mancuso e Damante a muso duro
di Redazione
Slitellate reciproche tra due parlamentari del collegio nisseno: Michele Mancuso, di Forza Italia e Ketty Damante, Movimento Cinque Stelle. Sul tavolo la vicenda di un paziente psichiatrico, sottoposto nei giorni scorsi a trattamento obbligatorio (Tso) e trasferito a Catanzaro per mancanza di posti. Fatto che aveva indotto l’esponente M5S a firmare un’interrogazione dai toni molto decisi, parlando senza mezzi termini di scandalo e tirando il ballo il governatore, Nello Musumeci, il suo assessore, Ruggero Razza e il manager dell’Asp, Alessandro Caltagirone.
«Il vero scandalo – replica Mancuso – non è che un paziente gelese affetto da disturbi psichiatrici, da Gela sia stato trasferito a Catanzaro per ricevere le dovute cure che la sua condizione di salute impone. Quello che più è sconcertante è che la parlamentare Ketty Damante, pur di attaccare il Governo Regionale e la maggioranza che lo sostiene, tiri in ballo la Sanità siciliana, a suo modo rea di aver utilizzato l’unica ambulanza del 118 per trasportare il paziente sino in Calabria, travisando la realtà. Se prima di sparare sulla Croce Rossa la Damante avesse almeno letto le carte, si sarebbe certamente accorta che la vicenda non è legata a un capriccio del direttore generale dell’Asp o di qualche suo sottoposto. Non è legata neanche all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, che a dispetto di quello che pensa la collega, non è smantellato. Distratta come molti suoi compagni di partito a seminare zizzania, non si è accorta che dalla diagnosi del paziente, si legge che a causa di alterazioni psichiche, erano necessarie urgenti cure. La richiesta di un posto letto ad opera del “bistrattato” personale dell’ospedale di Gela è stata inoltrata sia al Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura (Spdc) di Caltanissetta, sia alla Centrale Unica della Sicilia occidentale, sia a quella orientale, così come alle strutture preposte di Messina e Reggio Calabria. Per tutte, la disponibilità di posti letto era pari allo zero. L’unica alternativa restava Catanzaro, la cui struttura sanitaria garantiva il ricovero».
«Chiedo dunque alla Damante: cosa dovevano fare a Caltanissetta, lasciare che il paziente peggiorasse in maniera irreversibile? Oppure – conclude il Mancuso – come hanno fatto, in ogni modo, attivarsi per garantire la sua salute? La risposta mi sembra scontata, così come l’ennesima figura meschina collezionata da un esponente dei 5 Stelle, che in palese affanno di consensi, cerca qualsiasi miccia che possa far scoccare la scintilla del disordine e dell’odio sociale. Non ci sto a tali scorrettezze. Qualcuno spieghi all’onorevole Damante che nella Sanità si fa solo ciò che è necessario per salvare le vite umane. Pertanto siamo orgogliosi di vivere in una Regione rivelatasi un cigno quando tutti invece pensavano si trattasse di un brutto anatroccolo».
Altrettanto piccata a replica dell’onorevole Damante.
«L’onorevole Mancuso – scrive la parlamentare M5S – difende l’indifendibile. Mettersi contro il diritto alla salute dei suoi concittadini pur di difendere il direttore dell’Asp nominato dal governo regionale che è del suo partito è abbastanza singolare. Il paziente andava certamente assistito e trasferito se era necessario, ma se la direzione dell’Asp avesse riattivato il reparto di Psichiatria del Vittorio Emanuele dopo il lockdown, così come previsto dallo stesso assessorato alla Sanità, il trasferimento non sarebbe stato necessario e se vi fossero state almeno due ambulanze a disposizione, non avremmo tolto l’unico mezzo di soccorso per un’intera giornata ai gelesi. Ma poi, perché risponde Mancuso? A che titolo difende Caltagirone?».
«Invece di scusarsi – dice ancora la parlamentare Cinquestelle – per il sistema sanitario allo sbando, Mancuso difende il responsabile dei disagi immensi che i siciliani e in particolare i gelesi affrontano ogni volta che si avvicinano a un ospedale. Invece di tentare una risposta seria, di intervenire in difesa di chi non ha accesso alle cure mediche, di risolvere i problemi della sanità almeno del suo collegio, perde tempo a definirmi bugiarda, solo perché ho il coraggio di stare dalla parte dei gelesi denunciando che ci sono zero posti letto e continui disagi. Mancuso e Caltagirone che evidentemente vivono in un altro pianeta, vadano in qualsiasi ospedale della provincia, si mettano in fila e aspettino di essere assistiti. Nel Nisseno meglio non aver mai bisogno della sanità pubblica. Mancuso ci spieghi se è normale che un paziente psichiatrico non trovi posto a Gela e debba affrontare un lungo viaggio verso la Calabria, con le pesantissime ripercussioni per la famiglia. Se per lui è normale lo spieghi a quella famiglia e alle migliaia di persone che vivono quotidiani disagi nei nostri ospedali».
Sulla vicenda è intervenuta anche la parlamentare Francesca Cappello, componente della VI Commissione (Sanità) dell’Ars.
«La situazione in Sicilia – dichiara – è da Striscia la Notizia. In pratica nella nostra regione non si trova un solo posto per un ricovero da Tso? Se fosse così sarebbe gravissimo. Una situazione paradossale per un paziente che aveva già dei disagi psicofisici che sono stati potenzialmente aggravati dal lungo viaggio di trasferimento. L’Assessore Razza ne risponda subito».