Gela: quando (e soprattutto se) andremo al mare? Mascherine e plexiglas. L’Ars: chiarezza, per non penalizzare ulteriormente
di Redazione

Come andremo al mare, e soprattutto, ci andremo? Serve chiarezza in questa fase, soprattutto per gli operatori balneari, titolari di stabilimenti e bagni attrezzati. Da Gela a Falconara il settore comprende una trentina di realtà con le relative maestranze e indotto. Quasi tutti, infatti, oltre ad affittare ombrelloni e lettini, svolgono l’attività di caffetteria, bar e in alcuni casi anche ristorazione. Se e come prepararsi alla «Fase 2» richiederà investimenti in termini di progetto e manutenzione. Per questo in Regione c’è già chi fa pressing sul Governo, raccogliendo le richieste degli operatori balneari. «La “La ‘Fase 2’ permetterà , pur in modo graduale, una ripartenza della attività produttive, commerciali e imprenditoriali. Ma ci sono realtà che più delle altre hanno l’assoluta necessità di sapere con adeguato anticipo quando potranno riaprire: è il caso dei lidi e degli stabilimenti balneari che in Sicilia rappresenta uno dei ‘motori’ dell’economia nella stagione estiva». A rivolgere l’appello al Governatore Nello Musumeci e ai suoi assessori è stato il parlamentare regionale Franco De Domenico (Pd), intervenendo in aula nel corso della seduta di oggi all’Ars.
«La stagione, anche se in ritardo e con le dovute precauzioni sanitarie, dovrebbe partire. Ma sulla base di quali presupposti? Gli imprenditori e i lavoratori hanno il diritto di sapere, ed il governo regionale ha il dovere di comunicare con un atto formale così come hanno fatto i governatori di altre regioni, se e quando anche in Sicilia sarà possibile ripartire».
«Gli imprenditori – dice ancora De Domenico – devono sapere se e quando potranno effettuare i lavori di preparazione e manutenzione nei loro stabilimenti in vista della prossima stagione balneare, utilizzando la procedura prevista al comma 12 dell’art. 2 del DPCM del 10 aprile 2020. Bisogna inoltre azzerare o quantomeno ridurre al minimo i cavilli burocratici relativi alle autorizzazioni per l’utilizzo di mezzi meccanici sull’arenile, e attivare interventi per abbattere o ridurre il costo del canone di concessione, che è cosa ben diversa dalla sospensione del pagamento ordinario. Si deve inoltre pensare a formule in grado di incentivare le presenze turistiche, per esempio grazie a voucher consegnati attraverso agenzie di viaggio o altri operatori accreditati, da spendere in stabilimenti e strutture ricettive da distribuire alle famiglie siciliane o, se saranno possibili gli spostamenti anche a famiglie di altre regioni».
«Insomma – conclude – è necessario continuare ad avere la massima attenzione alla ‘Fase 1’ nella quale ancora ci troviamo, ma dobbiamo già pensare alle misure che serviranno per sostenere concretamente la ripartenza».
