Quattro infermieri positivi al Vittorio Emanuele di Gela: operatori sanitari nei reparti Pronto Soccorso, Ostetricia (sala parto), Malattie infettive e Chirurgia generale. Tutti pare fossero vaccinati con prima e seconda dose. Le considerazioni del caso le lasciamo al mondo scientifico. Certo, fa un certo effetto apprendere che anche tra gli operatori sanitari vaccinati possano esserci dei contagiati. I quattro sono tutti asintomatici o paucisintomatici. Nessuno ha preso il Covid in forma severa. Merito, probabilmente, del vaccino. Sul fronte organizzativo, essendo i positivi posti in isolamento, e anche i loro colleghi venuti in contatto con loro, le rispettive strutture operative sono in difficoltà per via delle quarantene.

Quelli registrati in ospedale non sono casi isolati.

Negli ultimi cinque giorni a Gela sono stati riscontrati 50 nuovi positivi in cinque giorni, alla media di 10 al giorno. Il totale è di 127. Conforta però l’azzeramento dei casi in terapia intensiva. L’unità è stata chiusa per inattività la settimana scorsa e il reparto da Covid e stato riconvertito Rianimazione no-Covid (come da pianta organica).

Inoltre, dall’inizio della campagna di vaccinazione, «non ci sono state vittime o pazienti gravi tra i vaccinati», spiega una fonte. Solo un uomo di circa 50 anni che ha contratto il virus pochi giorni dopo la somministrazione della prima dose, quando il processo di immunizzazione non era ancora iniziato (o completato).

Poi c’è il caso delle vittime sospette dopo la somministrazione di AstraZeneca.

Tra queste la devastante vicenda di Zelia Guzzo, insegnante, madre, moglie, strappata agli affetti più cari nel marzo scorso, dopo la somministrazione di una dose di vaccino a vettore virale prodotto dalla casa farmaceutica anglosvedese.