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Gela, quel male oscuro figlio dei nostri tempi. «Chiedere aiuto è un atto di coraggio»


di Desideria Sarcuno

Gela, quel male oscuro figlio dei nostri tempi. «Chiedere aiuto è un atto di coraggio»
attualità
10 Ott 2025

Oggi si celebra la giornata mondiale dedicata alla salute mentale. Un tema spinoso, che unisce molti e fa storcere il naso ad altri (purtroppo). Mai come post pandemia abbiamo così tanto sentito parlare di psicoterapia. Eppure esistono ancora tanti pregiudizi attorno alla figura di un professionista, che no, non cura i pazzi, ovvero non solo chi necessita di cure psichiatriche, ma soprattutto comuni mortali che quotidianamente affrontano difficoltà più o meno grandi, più o meno comprensibili.

Dunque, così come il medico di base si occupa della salute fisica non dovrebbe risultare strano che uno specialista con competenze ad hoc curi il benessere della psiche umana. Il corpo umano conosce dei limiti e lo stesso vale per la mente, che può incontrare momenti di fragilità e di malessere. C’è chi oppone resistenza, chi fatica ad ammettere di aver bisogno di prendersi cura di sé stesso. La cosa sorprendente che non molti sanno è che, chiedere aiuto è un gesto di profondo coraggio, di amor proprio. Mai una debolezza. Basta guardarsi intorno per comprendere che il benessere mentale non solo è essenziale, ma anche urgente.Dalla scuola alle relazioni umane, sono tante le zone della vita su cui si può e si deve migliorare laddove insorga un problema per sé e per gli altri.

In occasione di questa giornata abbiamo incontrato la psicologa Rosaria Quintiliano per fare un po’ di chiarezza su quella che è una professione dedicata all’ascolto e al supporto altrui, approfondendo temi attuali e superando inutili stereotipi.

Com’è cambiata la figura dello psicologo nel tempo? Da argomento tabù fino ai nostri giorni, adesso se ne parla più liberamente. Quali limiti sono stati superati e quali invece no?

Lo psicologo oggi è una figura presente in tutti i contesti sociali, con il nostro duro e perseverante lavoro siamo riusciti a far capire che la cura e la prevenzione della salute mentale è un dato di fatto, si può stare bene. Quello che è importante capire è che la cura del corpo va associata alla cura della mente in quanto l’uno influenza l’altro e viceversa. In base alla mia personale esperienza di lavoro privato riscontro solo un limite importante ovvero il fattore denaro. Intraprendere un percorso personale di psicoterapia ancora oggi è un lusso; ha dei costi che non tutti possono fronteggiare. Ci vorrebbero uno psicologo di base proprio come il medico. Purtroppo , il bonus psicologo ha dei limiti di applicazione e il centro di salute mentale ha troppo richieste e poche risorse per via delle numerosissime domande di aiuto. 

Dopo il Covid, c’è stata una vera rivoluzione in questo senso. Perché secondo lei?

Sì, dopo il Covid l’interesse verso la salute mentale si è amplificato notevolmente. In molti hanno vissuto sulla propria pelle la sofferenza psicologica dovuta alla chiusura e all’ incertezza di quel tempo. Temi come paura, ansia e depressione sono diventati più frequenti nei discorsi a tavola, in famiglia, tra amici. Segno di una maggiore consapevolezza dei propri limiti.

Anche quest’anno è stato varato il bonus psicologo, tra i richiedenti numerosissimi giovani. Nel 2022 e 2024 i dati ci dicono che la maggior parte dei richiedenti fossero under 35 (dai 18 in su). Un allarme sul disagio giovanile…

Il disagio giovanile in effetti è aumentato molto. I ragazzi spesso, non si sentono capiti, ascoltati e appoggiati. I motivi alla base possono essere molteplici, non basterebbe un intero giornale per elencarli tutti. Premettendo che ogni caso è unico e personale, bisogna fare i conti con la realtà di oggi, al contesto in cui viviamo. Pensiamo ai social. Mi capita di osservare ragazzi scorrere il dito sullo smartphone senza veramente guardare ciò che stanno scorrendo. Troppi stimoli, veloci e scollegati. Questo in molti casi comporta un senso di vuoto e confusione ma anche di solitudine. Il problema è il “troppo”, l’avere tutto e subito. Ciò contribuisce a spegnere le emozioni, riduce l’attesa, il desiderio, l’impegno e il sacrificio.

Esiste un’age gap quando si parla di psicoterapia? Alcuni studi sostengo che oggi, si assista ad una crescente apertura degli uomini (under 35) verso il supporto psicologico favorita da una “maggiore alfabetizzazione emotiva nelle nuove generazioni”.

Facendo riferimento al nostro paese confermo che anche a Gela in base alla mia esperienza personale c’è stato un aumento tra giovani ma penso sia dovuto al fatto che oggi se ne parla di più. Oggi i ragazzi ne parlano, si confidano e si aiutano tra di loro. Sempre più spesso arrivano da me portando gli amici in terapia. E’ una cosa magnifica, e sono entusiasta di questi passi in avanti. I giovani sono spaventati dalle molte notizie che ascoltano e leggono nei social, e allora decidono di tendersi una mano. Finalmente si parla di alfabetizzazione emotiva, di dare quindi, un nome alle proprie emozioni . Sicuramente, gli uomini fanno ancora un pó più fatica a mettere da parte le etichette figlie della nostra cultura, ma non è una questione di genere, il benessere. Si può essere forti e fragili allo stesso tempo. 

Quanto conta il benessere psicologico e quanto incide nella qualità di vita?

Il benessere psicologico rappresenta un costo sociale ma genera un beneficio enorme. Per questo dovrebbe essere garantito dal servizio sanitario nazionale, con copertura delle spese che il cittadino affronta quando si rivolge al professionista. È un percorso costoso perché dietro le quinte lo specialista spende altrettanto per mantenere la professione e lo studio, tra aggiornamenti, master e specializzazioni. Si tratta di un percorso di che apre orizzonti mai visti, cambia la vita in meglio, contempla direzioni alle quali non si era mai pensato, permette di guardare dentro se stessi, consentendo alla persona di compilare il puzzle della propria vita, creando la propria storia. Unica.

Oggi, più di ieri, concediamoci di essere umani e di chiedere aiuto, quando serve.


Desideria Sarcuno
Da sempre appassionata di scrittura, durante gli anni al liceo Classico si avvicina al mondo della comunicazione. Frequenta la facoltà di Giurisprudenza. Ama la musica, le buone letture e il mare.