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AUTOTRASPORTO | Protesta

Gela: gli scaffali iniziano a vuotarsi, accenni di coda alle pompe. Domani si fermano 70 mila tir


di Redazione

Gela: gli scaffali iniziano a vuotarsi, accenni di coda alle pompe. Domani si fermano 70 mila tir
attualità
13 Mar 2022

Primi segnali di un malessere legato alla guerra e all’aumento dei costi di beni di prima necessità. Qualche piccola coda, stasera a Gela, davanti ai distributori di carburanti, come all’Agip di via Venezia. Scaffali che in alcuni supermercati iniziano a svuotarsi. A iniziare dagli sfarinati, pane confezionato, pane brioche. «Domani saremo regolarmente riforniti – ci dice un commesso – non c’è alcun motivo per fare le scorte».

Qualche disagio, ancora immotivato, è anche dettato dalla concomitante agitazione degli autotrasportatori. Domani non dovrebbero esserci problemi di logistica: autocarri e tir dati in piena operatività per rifornire supermercati, pompe di benzina, clienti e fornitori. Come nessun disagio è previsto sulle rotte dei pullman per il trasporto dei pendolari e gli universitari.

Eppure, secondo una prima stima stilata sulla base dell’esito delle assemblee che si sono svolte oggi in varie regioni d’Italia, domani non accenderanno il motore circa 70.000 mezzi pesanti fra bilici, bisarche e autotreni, in seguito alla decisione delle imprese di autotrasporto di non caricarsi di ulteriori oneri finanziari per l’impossibilità di far fronte da sole agli aumenti record nel costo del carburante.

Lo ha annunciato, nel tardo pomeriggio, Trasportounito.

Solo grazie all’intervento in extremis di molte società della committenza, che hanno riconosciuto all’autotrasporto una parte degli extra costi in tariffa, il numero dei mezzi che non partiranno, non sarà di quattro volte maggiore spiega l’associazione.

«Ciò accade indipendentemente – dice Maurizio Longo, segretario generale di Trasportounito – da qualsiasi sostegno e coordinamento fornito dalla nostra Associazione a livello nazionale. Trasportounito, quindi, per evitare ulteriori contenziosi con la Commissione scioperi, nel ribadire che non è mai stato proclamato un “fermo nazionale”, non può far altro oggi che confermare come ciascuna impresa sia libera di decidere se continuare o meno a sottostare ad obblighi contrattuali gravosi ovvero a subire ricatti operativi e finanziari».

Intanto le reazioni politiche sono diverse, da sinistra a destra dell’arco parlamentare.

«Categorie, lavoratori, famiglie si attendono dal Governo risposte concrete, significative e tempestive già da questo martedì. È possibile ridurre i prezzi dei carburanti alla pompa, lo stanno facendo in Francia e bisogna farlo in Italia. In particolare il nodo caldissimo dell’autotrasporto deve essere governato, non lasciato ad azioni che potrebbero creare ulteriore caos o generare paure». Lo dichiara la presidente della commissione Lavoro della Camera Romina Mura (Pd).

«La benzina ha superato i due euro al litro e si rischia la paralisi. L’innalzamento dei prezzi della benzina è un salasso per famiglie e autotrasportatori. Serve il taglio immediato delle accise. Il governo agisca subito per individuare eventuali speculazioni e per trovare soluzioni che evitino il collasso del Paese e l’ennesima stangata per i cittadini». Lo afferma sui suoi canali social il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri.


Redazione
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