Gela, «sistema» appalti, scarcerato ingegnere. Il pm: «Mancanza elementi flagranza»
di Redazione

Svolta nell’inchiesta sul gruppo che secondo i pm avrebbe gestito numerosi appalti grazie a un sistema corruttivo: il principale indagato, un uomo indicato come il capo dell’organizzazione criminale che avrebbe gestito il sistema insieme a un uomo indicato come omissis, ovvero – secondo quanto riporta l’agenzia Agi – il dirigente dell’Utc di Licata, Sebastiano Alesci, è tornato libero. Questo perché il procuratore capo di Gela, Salvatore Vella, peraltro per un lungo periodo a capo dei pm di Agrigento, che conducono le indagini, ha ritenuto di non chiedere la convalida dell’arresto per «mancanza degli elementi della necessaria flagranza di reato» nei confronti dell’ingegnere di 67 anni. È stata così disposta la scarcerazione immediata del professionista – che vive a pochi chilometri da Gela, in territorio di Butera – e la trasmissione degli atti alla Procura di Agrigento, titolare del procedimento. Alesci, insieme a quattro imprenditori, era stato arrestato mercoledì sera dopo che la squadra mobile di Agrigento aveva notificato a tutti i tredici indagati il decreto di perquisizione emesso dal procuratore Giovanni Di Leo. Durante la ricerca di documenti, telefoni, pc e dispositivi sono stati trovati soldi in casa di cinque di loro. Alesci, in particolare, è stato trovato in possesso di 17.500 euro, denaro che secondo gli inquirenti potrebbe essere il provento di tangenti, e per questo è stato disposto l’arresto in flagranza. Il procedimento sulla misura cautelare è stato incardinato al tribunale di Gela perché l’abitazione di campagna dell’ingegnere ricade in territorio di Butera, a pochi chilometri da Gela.
