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TRASPORTI | Vertenza

Gela: tir verso il blocco, si profila un «lunedì nero». Gli eroi stanchi della strada, stritolati dai costi di gestione


di Redazione

Gela: tir verso il blocco, si profila un «lunedì nero». Gli eroi stanchi della strada, stritolati dai costi di gestione
attualità
5 Nov 2021

Gela, terra di muratori e camionisti, braccianti e operai della chimica. E proprio l’elevato numero di addetti al trasporto su gomma potrebbe generare forti disagi qualora gli annunci di un blocco del trasporto, a partire da lunedì 8 novembre, dovessero trovare conferma. Lo sciopero, infatti, sembra a un passo. «L’aumento del gasolio – si legge in una nota del Cna Fita Sicilia – e con esso l’aumento delle tariffe da parte delle compagnie di navigazione per il trasporto combinato strada-mare ha messo in serie difficoltà il comparto dell’autotrasporto sulla nostra isola. Pochi mesi fa, in pieno lockdown, gli operatori del settore venivano etichettati come eroi dalle istituzioni e dalla politica perché riuscivano ad approvvigionare supermercati e farmacie. Oggi, questo valore, questa abnegazione, questo sacrificio sono stati dimenticati. Il governo regionale fino ad oggi non ha mosso un dito, non ha speso una parola di fronte agli aumenti esponenziali che hanno colpito il comparto. Alcune organizzazioni di categoria hanno annunciato per lunedì 8 novembre il blocco del trasporto».

«Noi – conclude la Cna Fita Sicilia – pur condividendo le ragioni della protesta, abbiamo deciso di non aderire perché pensiamo che il blocco, in questa fase, colpisca gravemente le economie siciliane che si servono dell’autotrasporto. Le conseguenze di questo fermo ricadranno, in primo luogo, pesantemente sugli stessi autotrasportatori».

Ma la protesta rischia di innescarsi da più parti nel Paese.

L’assemblea dei lavoratori del terminal Psa di Genova Pra’ ha confermato lo sciopero di un’ora a inizio e fine di ogni turno dall’8 al 14 novembre in porto. Proclamato dalla rsu nell’ambito della vertenza per il rinnovo del contratto integrativo, lo sciopero riparte dopo due incontri che non hanno portato ad un accordo. Da lunedì prossimo quindi torna lo stop a singhiozzo nel terminal che a ottobre aveva scatenato la protesta degli autotrasportatori.

Nettamente contrari al blocco i dirigenti di «Autotrasporto merci su strada» aderenti a Sicindustria.

«Le difficoltà – spiegano – determinate dagli aumenti registrati nei costi del carburante, dei servizi di navigazione, dei servizi in generale, cui si aggiunge la ormai cronica carenza di manodopera, oltre che l’asfissiante burocrazia cui vanno incontro tutte le pratiche di immatricolazione dei nuovi mezzi rendono oggettivamente difficile l’esercizio delle attività». Nonostante ciò, le imprese del Sistema ritengono che le “legittime richieste di intervento ai governi nazionale e regionale affinché mettano in campo misure concrete per sostenere il settore debbano muoversi sul piano del dialogo, della correttezza istituzionale, garantendo lo svolgimento delle attività economiche”. Secondo Sicindustria, infatti, “il rispetto nei confronti delle imprese dei settori primario, industriale e commerciale, che del trasporto merci su strada hanno assoluta necessità, induce infatti a valutare forme civili di confronto che escludano il blocco delle merci e l’allestimento di ‘punti di sensibilizzazione’ presso i porti e gli snodi di viabilità della Sicilia”.

«Il danno che il blocco dei trasporti – concludono – arrecherebbe a tutte le imprese della Sicilia sarebbe enorme con il rischio di perdere anche le importanti commesse verso i clienti esteri in favore di imprese concorrenti straniere. La nostra associazione Anita-Confindustria ha già in corso le giuste interlocuzioni istituzionali al fine di alleviare i disagi che sta vivendo il settore».

Il serata l’assessore regionale delle Infrastrutture, Marco Falcone, raccogliendo le istanze degli autotrasportatori siciliani, ha convocato un tavolo urgente per scongiurare ogni ipotesi di fermo. L’incontro si svolgerà domani alle 16.30 al PalaRegione di Catania.

«Siamo vicini – dice Falcone – alle ragioni della categoria, stretta da un lato dall’aumento dei costi di additivi, carburanti e di tutto il sistema della logistica in generale, dall’altro dalle penalizzazioni che la Sicilia subisce in maniera strutturale. Ci faremo carico di rappresentare le loro aspettative al Governo nazionale e verificheremo eventuali soluzioni da attuare come Governo della Regione. Occorre però – conclude l’assessore regionale – fare ancora appello al senso di responsabilità di tutti, affinché l’eventuale scelta di scioperare non diventi una soluzione peggiore dei mali».


Redazione
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