Riammessi in classe i due bambini di Gela che ieri erano stati esclusi dalle rispettive scuole perché figli di un lavoratore che era rientrato nei giorni scorsi dalla Lombardia. Stamattina i due piccoli, di 12 e 10 anni, alunni di due diversi plessi didattici (una Media e una Primaria) appartenenti allo stesso Istituto comprensivo, sono stati accolti dal dirigente scolastico e dalle insegnanti. Incidente chiuso? «Sì, tutto ok – racconta papà Stefano – i miei figli stamattina sono entrati regolarmente in classe. Meglio così perché ci eravamo rimasti veramente male. Capisco la paura, capisco la prudenza. Ma io non sono mai stato nella zona rossa. Il polverone si era alzato ieri mattina quando ai figli della coppia, lui Stefano, lavoratore presso una ditta che opera a Milano e la moglie Irene, era stato chiesto di lasciare l’istituto nel timore che il padre, arrivato pochi giorni prima dalla Lombardia, potesse essere vettore del Coronavirus.

L’uomo era stato invitato dalla ditta a osservare alcuni giorni di quarantena volontaria. Poi era tornato in Sicilia, ma mai era stato nella zona in cui il focolaio del Covid-19 è maggiormente attivo.

Eppure la psicosi aveva fatto sfaceli.

Come sta accadendo in questi giorni un po’ in tutta Italia.