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NURSIND | Sindacato

Gela, solo un infermiere per 15 pazienti. «Condizioni impossibili»


di Redazione

Gela, solo un infermiere per 15 pazienti. «Condizioni impossibili»
attualità
18 Gen 2022

«Un solo infermiere ogni quindici pazienti, operatori sanitari con trent’anni di servizio spostati da un reparto all’altro senza preavviso, reparti col doppio dei pazienti che potrebbero ospitare. È piena emergenza all’ospedale Vittorio Emanuele di Gela, come in quello di Caltanissetta, denunciata dal sindacato Nursind, sindacato delle professioni sanitarie, che torna a lanciare l’allarme per la grave carenza di personale infermieristico e di supporto evidenziando ritardi da parte dell’Asp nelle assunzioni.
«Al Sant’Elia – spiega Giuseppe Provinzano, segretario territoriale Nursind – ci sono infermieri di punto in bianco spostati dal blocco operatorio a Malattie infettive, senza preavviso e programmazione. La coordinatrice infermieristica del complesso operatorio sostituita da altro personale infermieristico senza nessuna esperienza di camera operatoria, ma soltanto con il benestare del dirigente medico e della direzione di presidio. Che interessi ci sono a far coordinare il gruppo operatorio a infermieri appena assunti?»

«Non riusciamo a comprendere perché la Terapia intensiva Covid del Sant’Elia sia ancora chiusa, sovraccaricando di lavoro quella del Vittorio Emanuele di Gela. Tutti i reparti dal pronto soccorso generale Covid hanno notevoli difficoltà a fornire assistenza per carenza di personale. Come se non bastasse quel che rimane del personale assunto per l’emergenza sanitaria viene dirottato a pian del lago per assistere i profughi in attesa di permesso di soggiorno».
Le cose non vanno meglio all’ospedale di Gela.

«Al pronto soccorso Covid – dice Provinzano – ad assistere 14-15 pazienti ci sono solamente un infermiere e un operatore sociosanitario. E, di notte, un infermiere e un oss devono a volte gestire anche fino a 10 posti letto di terapia sub-intensiva, con pazienti positivi Covid che necessitano di supporto ventilatorio non invasivo. La Terapia intensiva Covid dell’ospedale di Gela, con personale che potrebbe gestire soltanto 4 pazienti, si ritrova a gestirne 8, con 4 medici rianimatori, 15 infermieri, 7 Oss e 2 ausiliari. Gli infermieri – prosegue il Nursind – sono consci dello stato di emergenza che stiamo attraversando, ma la mole di lavoro è troppo elevata fisicamente e psicologicamente. Qui a rischiare non sono solo gli infermieri, ma anche i pazienti. E lavorare con questi ritmi e con questa pressione è impossibile, c’è di mezzo la qualità dell’assistenza che non può essere garantita ai nostri malati».


Redazione
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