Il partito Liberale Italiano ritrova l’antico smalto e comincia la fase di riorganizzazione. L’occasione dell’assemblea degli iscritti della provincia di Catania si è trasformata in una convention con tutti i big siciliani, dal segretario regionale, Grazio Trufolo, al responsabile organizzativo regionale Pietro Maravigna, organizzatori dell’evento. C’erano i dirigenti provinciali di Catania Carlo Majorana, Iosto Palumbo, Maria Carmela Liggieri e Milena Romano, che hanno inaugurato, la nuova sede del partito, nella prestigiosa villa Manganelli in corso Italia 45. Non poteva certo mancare il presidente nazionale, Stefano De Luca, già europarlamentare e più volte sottosegretario alle Finanze. La sede storica, costruita nel 1907 su commissione del Principe Manganelli in occasione delle sue terze nozze, venne progettata dal celebre architetto Ernesto Basile. Nel 1947 la villa venne acquistata da due famiglie catanesi, una di esse è la famiglia Palumbo, che ha messo a disposizione del Partito un appartamento all’interno dell’immobile.

I lavori politici sono stati aperti dall’avvocato Maravigna che ha informato gli iscritti del lavoro svolto negli ultimi 6 mesi, in particolare le numerose adesioni al Pli che superano i 100 iscritti nella solo città di Catania, esattamente 142. Nuove iscrizioni arrivano dalle province di Caltanissetta, Trapani e Palermo.

L’obbiettivo che il Partito in Sicilia si prefigge è quello di raggiungere i 2000 iscritti prima della fine del 2022.

Il segretario regionale ha relazionato sulla situazione politica siciliana, ponendo attenzione sulla evoluzione riguardante le nuove aggregazione nell’area di centro, alcune di ispirazione cattolica e liberale.

«Il partito – dice Maravigna – secondo l’insegnamento di Benedetto Croce, non è di destra, né di sinistra. Quindi non possiamo non guardare con interesse tali evoluzioni. Come partito valoriale amante della democrazia e della libertà, quali valori imprescindibili non possiamo che cercare eventuali future alleanze con partiti valoriali dell’area centrale e con forte radicamento nella società siciliana, di fronte ad un dilagare dell’antipolitica e dei partiti sovranisti, di stampo autoritario e personalistico».